In ospedale, il dolore è più lieve grazie a piccole attenzioni
L’associazione più che ventennale opera all’ospedale di Camposampiero con un centinaio di volontari che aiutano i ricoverati durante i pasti, tagliano barbe, lavano capelli...
Giornate interminabili, attanagliate dall’ansia della malattia, dal dolore fisico ed emotivo. In ospedale la vita non è mai facile, neppure se la diagnosi è una “bazzecola” risolvibile in poco tempo. Lì, tra corsie, visite, esami, prelievi, terapie, il tempo si sfrangia, diventa inesorabilmente troppo lungo, troppo lento e, talvolta, troppo privo di senso. Eppure c’è chi ogni giorno da volontario si prende cura di questo tempo faticoso, instillando gocce di serenità, anche di spensieratezza, risollevando volti ingrigiti, accendendo sorrisi spenti, sguardi smarriti.
Ogni mese La Difesa racconta un’opera di misericordia riconoscibile nell’impegno del volontariato della provincia di Padova.
Volo venti è una delle numerose associazioni che portano vita nelle strutture ospedaliere del Veneto: è la più conosciuta nel Camposampierese dove è nata nel 1994 per volontà di Giulia Ganassin, ancor oggi al timone e da poco rieletta presidente. Un centinaio di volontari si turnano nei reparti di lungodegenza per semplici attenzioni quotidiane nei confronti malati, ma indispensabili per chi è solo, con i familiari lontani, o impossibilitato ad alzarsi dal letto. L’idea di partenza nacque in Giulia Ganassin quando lavorava ancora negli anni Novanta all’Avo di Padova: «All’epoca la maggior parte dei ricoveri erano interminabili e le famiglie che non potevano assistere i propri cari pagavano il personale privato anche 10 euro per la sola somministrazione di un pranzo. Per la forte volontà dei primari di allora nacque così a Camposampiero Volo venti (che sta per volontari dell’allora Ulss 20) per aiutare i pazienti durante l’ora pasti, scambiare una parola».
Poi si sono sviluppati tutta una serie di altri servizi, sempre gratuiti, per facilitare l’orientamento all’interno della struttura sanitaria con tre punti informativi alle entrate principali: dalle 8 alle 11 i volontari, facilmente riconoscibili con il camice bianco e il logo dell’associazione stampato sul taschino, spiegano dove andare, accompagnano personalmente gli assistiti negli ambulatori per visite, terapie, esami, umanizzando un momento difficile psicologicamente come l’accesso in un ospedale. Ma uno dei servizi che nel corso degli anni ha riscontrato maggior entusiasmo e consenso è quello di rasatura e parrucchiere, perché non c’è niente di meglio che sentirsi bene con il proprio corpo, lavato e curato, soprattutto in un contesto prolungato a contatto con gli altri. Ogni giovedì cinque volontarie «ben istruite nel tempo da alcune professioniste, lavano le teste e acconciano i capelli alle malate. E poi ci sono i barbieri volontari che si recano nei reparti maschili per barba e capelli. E da qualche anno ci rechiamo anche alla residenza per anziani Bonora da quando una dottoressa che aveva la mamma ricoverata si è innamorata di questa idea così banale, ma che aiuta davvero a sentirsi meglio dentro e fuori».