Francescane missionarie e Rosa blu insieme a Forcellini per il Progetto "Accoglienza"
Undici ragazze africane sono ospitate nell'ex scuola materna delle suore Francescane missionarie nel quartiere Forcellini. Accanto a loro, nella gestione della quotidianità delle ragazze che stanno apprendendo l'italiano e tanto altro, c'è la Rosa blu, cooperativa delle Acli padovane.
Dopo tre anni dalla chiusura della scuola materna le suore Francescane missionarie di Gesù Bambino iniziarono a interrogarsi su come poter utilizzare gli spazi della loro casa nel quartiere Forcellini a Padova e su come poter creare un luogo che rispondesse alle necessità del tempo e dello spirito.
Per arrivare a una scelta che fosse consapevole le religiose hanno seguito un percorso alimentato da preghiera, riflessioni, studi, scambi e confronti che le permettesse di non farsi cogliere impreparate. Una scelta consolidata anche da una lectio su Abramo che accoglie i tre stranieri alle querce di Mamre, che ha mostrato loro la strada per la rinascita.
La narrazione biblica in cui è proprio l’accoglienza a portare speranza e nuova vita è stata letta come una risposta alle necessità del nostro tempo, perché il cambiamento in atto non deve essere percepito solo come funesto, così come è veicolato dai media e da una certa propaganda politica, ma può essere un’opportunità per rigenerarsi attraverso le differenze culturali, di provenienza e di storie.
Proprio per rispondere sia alle esigenze del contesto che alle sollecitazioni di papa Francesco, nell’autunno 2015 due strade si sono incontrate: la strada della cooperativa La Rosa blu e quella delle Francescane missionarie. L’unità di intenti ha portato le due realtà ad aprire a febbraio 2016 uno spazio di accoglienza ospitando giovani donne africane in attesa della risposta della commissione per la richiesta d’asilo.
Il risultato di questo lavoro interpreta anche la politica delle Acli in materia di accoglienza.
La Rosa blu è una cooperativa sociale affiliata al Centro turistico Acli e da oltre 30 anni si occupa di turismo sociale, servizi di assistenza alle persone disabili, progettazione sociale, formazione e inserimento lavorativo di persone svantaggiate. Una diversificazione che nasce dall’attenzione alla persona e dall’impegno professionale per dare risposte qualificate ai bisogni sociali.
Il progetto “Accoglienza” è il primo della cooperativa legato ai richiedenti asilo e si avvale di un’equipe di professionisti provenienti da realtà differenti con un alto livello di serietà e competenza. Il lavoro dei mediatori e degli operatori non è un lavoro semplice e coinvolge diverse figure, in modo da poter dare alle ragazze tutto il supporto necessario: dalla gestione della casa, della salute, dell’istruzione, alla formazione lavorativa, al sostegno legale, all’insegnamento dell’italiano.
In questo momento nella struttura sono presenti 11 ragazze africane dai 22 ai 26 anni (dieci nigeriane e una senegalese), di cui cinque madri di bambini sotto l’anno che vivono insieme a loro nella casa.
Le suore collaborano al progetto “Accoglienza” con diverse attività, fra le quali un laboratorio di avviamento all’italiano e uno di cucina italiana. Suore e ragazze, una o due volte a settimana, cucinano insieme piatti della nostra tradizione, in uno scambio diretto di conoscenze e storie vivendo in comune il momento della preparazione e della cena.
Il lavoro degli operatori è supportato anche dalla presenza di volontari del quartiere, dell’università e di associazioni che sono fondamentali per creare connessioni nel territorio e per aiutare le ragazze a inserirsi in maniera costruttiva, trovando anche la strada più affine attraverso i laboratori di taglio e cucito e di artigianato e grazie all’implementazione delle ore di italiano.
L’esperienza creata nel quartiere Forcellini mette diversi talenti al servizio del nostro tempo, per vivere questa realtà che non può più essere dimenticata.
Progetti di accoglienza come questo possono essere il germoglio di una nuova comunità in cui i processi di evoluzione e di integrazione vengono correttamente mediati e coltivati per arricchire sia chi viene accolto che chi accoglie.