La parola del Papa

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Sindaci di oltre 70 Paesi del mondo, riuniti due giorni in Vaticano per incontrare papa Francesco e riflettere su clima e moderne schiavitù. Ai primi cittadini il pontefice ha ricordato che "il lavoro più serio e più profondo" per la costruzione di una coscienza ecologica si fa "dalla periferia verso il centro, cioè da voi fino alla coscienza dell’umanità"; se "il lavoro non parte dalle periferie" non ha effetto. Firmata una dichiarazione comune.

Francesco sottolinea l'urgenza di un cambiamento perché, dice «il tempo sembra sia giunto al termine». Questo sistema non regge più e ci sono cose che non vanno nel pianeta: contadini senza terra, famiglie senza casa, lavoratori senza diritti, persone ferite nella loro dignità, bambini sfruttati, guerre insensate, violenze fratricide. A tutti propone la semplicità e la gioia del Vangelo

Una curiosità su questo nostro primo pensiero dalla Bolivia. La curiosità è nel dono, davvero insolito, che il presidente socialista Evo Morales ha voluto fare al papa: un Cristo crocifisso su un martello e ai piedi una falce.
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È la prima volta che le note degli inni nazionali vengono accompagnate da un movimento lento, ritmato, quasi una danza compiuta da giovani che hanno voluto così dare il benvenuto in Ecuador a Papa Francesco. Poi una ragazza che si toglie la sua fascia tricolore e la mette al collo di papa Francesco.
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Le parole di Francesco entrano nella storia: "Da parte della Chiesa cattolica vi chiedo perdono. Vi chiedo perdono per gli atteggiamenti e i comportamenti non cristiani, persino non umani che, nella storia, abbiamo avuto contro di voi. In nome del Signore Gesù Cristo, perdonateci!".
I valdesi hanno ricambiato chiamandolo "fratello". L'impegno comune per l'evangelizzazione e la cura dei poveri.

Ha voluto anche accarezzare, in un fuori programma, la Sindone "di carne", un gruppo di malati e disabili. È sceso dalla "papamobile" e li ha salutati, baciati e accarezzati uno per uno. Parole forti ha riservato al dramma del lavoro, suggerendo «un patto sociale e generazionale». Una scossa ai giovani: «Vivete, non vivacchiate!». L'incoraggiamento alla famiglia salesiana e l'abbraccio con il Cottolengo

In 192 pagine, 6 capitoli, 246 paragrafi, papa Bergoglio disegna un vero e proprio manifesto-appello a 360° per "unire tutta la famiglia umana nella ricerca di uno sviluppo sostenibile e integrale", a partire dalle «drammatiche conseguenze del degrado ambientale nella vita dei più poveri del mondo». L'impegno della chiesa ortodossa per le questioni legate alla custodia del creato. La prospettiva di una «ecologia integrale».

Nell'esperienza cristiana la "conversione ecologica" non è opzionale o secondaria. Questa conversione sarà profonda e duratura nella misura in cui sarà "integrale", coinvolgente cioè tutti gli ambiti dell'esistenza dei singoli, e "comunitaria", vale a dire di intere comunità finalizzate alla stessa causa. Insomma, la vita cristiana autentica, convertita, è il migliore antidoto contro la crisi ecologica.
Scarica l'enciclica Laudato si' nel pdf allegato.

Il papa in Bosnia Erzegovina, il moloch figlio degli accordi di Dayton, incontra i rappresentanti croato, serbo e bosgnacco e sottolinea che il paese ha un posto in Europa. Il suo "mai più la guerra" risuona nello stadio di Kosevo dove chiede di non essere "predicatori di pace", quanto piuttosto "operatori di pace, cioè coloro che la fanno". Rivendicato il ruolo delle religioni nel percorso di riconciliazione.

Mancano poche ore all'arrivo di papa Francesco in Bosnia e Erzegovina. Ifet Mustafic, consigliere per le relazioni interreligiose della comunità islamica: «È il tempo di ricominciare a fidarsi gli uni degli altri». Mons. Luigi Pezzuto, nunzio apostolico in Bosnia Erzegovina: «Il papa non viene solo per i cattolici ma per incentivare il dialogo… È positivo che si intendano i capi, ma coinvolgere la società civile lo è altrettanto».