Francesco ha aperto i lavori della 68° assemblea generale della Cei. Il grazie per la scelta del tema: l'Esortazione apostolica Evangelii Gaudium. Dopo di che ha enumerato i punti cardine della «sensibilità ecclesiale», senza trascurare i limiti da superare per meglio conformarsi alla vocazione di «consolare il popolo». Forte invito a sconfessare e sconfiggere «la mentalità di corruzione pubblica e privata».
«Ogni cristiano – ha detto Francesco – non può che essere fermo nel deplorare ogni forma di antisemitismo, manifestando al popolo ebraico la propria solidarietà». Il rabbino francese Moché Lewin sui cristiani d'Oriente: «Deve essere condannata con forza ogni forma di persecuzione. Chiedere ai governi di agire per fermare questo massacro perché se si lascia fare, si rischia di arrivare al genocidio».
Papa Francesco ha ufficialmente indetto l’Anno Santo straordinario che inizierà l’8 dicembre: «Non è il tempo per la distrazione, ma per rimanere vigili e risvegliare in noi la capacità di guardare all’essenziale». Annunciata una task force di "missionari della misericordia". L’appello ai criminali e ai corrotti: «Vi chiedo di cambiare vita».
Parole forti del papa nella sua meditazione. Chiamati a portare la croce, testimoni dai luoghi del dolore: Siria, Nigeria, Iraq, Egitto, Cina, Terra Santa, oltre agli italiani. Nei testi di Renato Corti, vescovo emerito di Novara, ad ogni stazione «sentimenti e pensieri che hanno potuto abitare nella mente e nel cuore di Gesù», oltre al lasciarsi «interpellare da alcune situazioni di vita».
«Gesù lava come uno schiavo i nostri piedi, i piedi dei discepoli». Lo ha detto il Papa, nell’omelia della messa in Coena Domini al carcere romano di Rebibbia, sottolineando che durante l’ultima cena Gesù «fa un gesto che non capivano, lavare i piedi: era uso, era un’abitudine, perché la gente quando arrivava in una casa aveva i piedi sporchi dalla polvere del cammino».
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Visitare i fratelli evangelici in una delle loro sedi storiche è un gesto che "riempie il futuro". Ma è tutto l'incontro con la chiesa di Torino, a partire dalla Sindone e dal Cottolengo, che si annuncia come un momento felice di umanesimo cristiano. A cui si aggiunge la volontà espressa dall'arcivescovo Nosiglia di consegnare nelle mani del papa le elemosine dei pellegrini della Sindone.
Giornata intensissima quella vissuta da Francesco. Dopo il prologo a Pompei, eccolo a Scampia. Poi un lungo, interminabile corpo a corpo, con un popolo entusiasta al quale non si è mai sottratto: «Siamo tutti napolitani…». Il "miracolo" del sangue di San Gennaro che si è liquefatto. L’inconfondibile augurio: «E ca a’ Maronna v’accumpagne!». Il saluto, uno a uno, di tutti i 120 detenuti a Poggioreale.
Ricorre oggi il secondo anniversario del papato di Jorge Mario Bergoglio. Il fondatore della comunità di Bose, Enzo Bianchi riflette sui gesti e le parole di papa Francesco: «Ha una tale passione per il vangelo e per l’imitazione – questo è il termine corretto – del Gesù uomo in tutti i suoi atteggiamenti, che cerca di ripeterne i gesti, quegli stessi gesti che scandalizzano oggi come ieri».
Nel messaggio per la quaresima di quest'anno papa Francesco invita a considerare la preghiera come un mezzo efficace al fine di superare la tentazione dell’indifferenza e della durezza del cuore, dove potrebbe cadere chi si trova nel comodo e nella tranquillità. L'invito a porre gesti di carità.
In 80mila a piazza San Pietro con papa Francesco per celebrare il 10° anniversario della morte del fondatore don Luigi Giussani e i 60 anni dalla fondazione del movimento, che conta circa 300mila membri sparsi in tutto il mondo.
Il saluto di don Juliàn Carron: «Come mendicanti, col desiderio di imparare, per essere aiutati a vivere con sempre maggiore fedeltà e passione il carisma ricevuto».