La Santa Sede e il Patriarcato di Mosca hanno annunciato in contemporanea, a Mosca e a Roma, l'incontro tra Papa Francesco e il Patriarca Kirill di Mosca e di tutta la Russia a Cuba il 12 febbraio. “Speriamo che si apra una nuova pagina nei rapporti tra le due Chiese”, ha detto il Metropolita Hilarion di Volokolamsk. E il teologo Piero Coda parla di "un evento storico di grande portata", "alla pari con quello dell'incontro tra Paolo VI e Atenagora. Qui è la Chiesa ortodossa russa, il Patriarcato di Mosca che compie un passo analogo nei confronti di Roma".
“Misericordia io voglio e non sacrifici (Mt 9,13). Le opere di misericordia nel cammino giubilare” è il tema del messaggio del Papa per la Quaresima 2016. Nel documento, presentato il 26 gennaio, il Pontefice ricorda che la fede “si traduce in atti concreti”, richiede le opere di misericordia corporale e spirituale per “risvegliare la nostra coscienza spesso assopita davanti al dramma della povertà”, e un “ascolto operoso” della Parola. Fermo no a “pensiero unico”, “tecnoscienza”, “falso sviluppo fondato sull’idolatria del denaro” che chiude le porte ai poveri. E i poveri sono pure i perseguitati a causa della loro fede. Toccando "la carne di Gesù" anche i potenti e i superbi possono convertirsi.
Il messaggio di Papa Francesco per la 50ª Giornata mondiale delle comunicazioni sociali (8 maggio 2016), sul tema: “Comunicazione e Misericordia: un incontro fecondo”.
Nel testo un doppio appello a quanti hanno responsabilità istituzionali e ai pastori della Chiesa. Ai primi: “Sempre vigilanti sul modo di esprimersi nei riguardi di chi pensa o agisce diversamente, e anche di chi può avere sbagliato”. Ai secondi: “Superare la logica che separa nettamente i peccatori dai giusti”.
Da oggi potranno essere soggetto del rito della “Lavanda dei piedi” anche le ragazze. È quanto stabilisce il Papa, in una lettera inviata al cardinale Robert Sarah, prefetto per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, sul Rito della “lavanda dei piedi” nella liturgia della Messa “in Coena Domini” del Giovedì Santo.
Papa Francesco al Tempio Maggiore di Roma: Ebrei e cristiani devono “sentirsi fratelli, uniti dallo stesso Dio”. E il rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni, ricordando che per la terza volta un papa entra nella sinagoga romana: "Secondo le tradizioni giuridiche rabbiniche, un atto ripetuto tre volte diventa chazaqà, una consuetudine fissa".
Papa Francesco ha aperto la Porta Santa della basilica liberiana. Quella Porta - Porta del perdono - che si apre verso la madre del Signore, colei che per «benignità», scrive Dante nel trentatreesimo canto del Paradiso della Divina Commedia, non solo soccorre chi chiede aiuto, e qui si manifesta la sua misericordia, ma interviene “liberamente” ancora prima della richiesta, e qui si manifesta la sua pietà.
Nel suo terzo discorso alla Curia Romana per gli auguri natalizi, il Papa stila un "catalogo di virtù necessarie" per andare avanti nel processo di riforma della Chiesa nonostante gli scandali.
"La riforma andrà avanti", assicura, parlando di "antibiotici" dopo il "catalogo delle malattie curiali" dell'anno scorso. Siamo "manovali, non capomastri". "Siamo profeti di un futuro che non ci appartiene".
Alle 16.25 il Papa ha varcato la Porta Santa della Carità nella struttura della Caritas adiacente alla stazione Termini. Messa in forma privata con i 200 ospiti dell'Ostello "Don Luigi Di Liegro" e della Mensa "Giovanni Paolo II". Nell'omelia, pronunciata interamente a braccio, il Papa ha auspicato che il Giubileo possa "aprire il cuore" ai romani e possa dar loro la grazia di "sentirsi scartati". "No" a lusso, potere, ricchezze, sufficienza, vanità, orgoglio. "Sì" all'umiltà, alla povertà e al Dio "nascosto" nei bisognosi, negli affamati, negli ammalati, nei carcerati.
Si intitola "Vinci l'indifferenza e conquista la pace" il messaggio del papa per la 49° Giornata mondiale della pace che si celebra il 1° gennaio. Da Francesco la denuncia dell’indifferenza sistemica nei confronti delle piaghe del nostro tempo. Un atteggiamento che certo accompagna le scelte dei grandi di questo mondo, ma che riguarda ciascuno, legato com’è a diverse forme di individualismo che producono isolamento, ignoranza, egoismo e conseguentemente disimpegno.
La prima giornata di Papa Francesco, arrivato ieri pomeriggio a Nairobi, prima tappa del viaggio in Africa che lo porterà anche in Uganda e Repubblica Centrafricana, vive di queste tre parole.