Ttip: libero scambio tra Ue e Stati Uniti. La Cia chiede maggiori tutele
L’accordo di libero scambio tra Europa e Stati Uniti, al centro di difficili negoziazioni in campo diplomatico, potrebbe aprire ai nostri prodotti nuove opportunità. Ma rischia anche di abbassare lo standard delle tutele oggi offerte ai consumatori dalla legislazione comunitaria.
Ha registrato una grande partecipazione di cittadini e soprattutto di agricoltori, il convegno organizzato nei giorni scorsi dalla Cia - Confederazione italiana agricoltori di Padova per approfondire i contenuti del Ttip, sigla che sintetizza in quattro consonanti il trattato transatlantico per il commercio e gli investimenti, in corso di negoziazione tra Unione Europea e Stati Uniti, che potrebbe influenzare notevolmente gli scambi commerciali tra l’Italia e il resto del mondo, in particolare per ciò che riguarda il settore agroalimentare.
Il Ttip coinvolgerà infatti i 50 stati degli Usa e le 28 nazioni dell’Unione Europea, per un totale di ben 820 milioni di cittadini. Evidente dunque che sul contenuto di un così rilevante accordo si contrappongano pareri discordanti, e la Confederazione italiana agricoltori di Padova ha ritenuto e ritiene fondamentale un confronto con esperti e istituzioni, per favorire una maggiore conoscenza del trattato sia tra la cittadinanza che tra gli operatori del settore primario che saranno i soggetti più direttamente coinvolti.
La Cia, infatti, pur riconoscendo la possibilità di crescita che potrebbe derivare dal Ttip, auspica che vengano tutelati i prodotti del territorio e garantita la loro qualità, mantenendo inalterate le regole che fanno dell’agroalimentare europeo e, in particolare, di quello italiano, un’eccellenza riconosciuta a livello mondiale. Ad aprire i lavori al Crowne Plaza, sono state le parole del presidente Roberto Betto: «La Confederazione non intende assumere posizioni pregiudiziali riguardo al Ttip, ma è fermamente decisa a chiedere alle istituzioni che sia garantito il rispetto del nostro sistema di qualità. Il Ttip preoccupa ma, allo stesso tempo, rappresenta anche un potenziale, un’opportunità, purché non travolga il sistema di controllo di qualità che si è consolidato negli anni in Italia e, in senso più lato, nell’Ue». Ed è stato da questa ferma prolusione che si sono poi snodati gli interventi che hanno visto alternarsi nel corso della tavola rotonda, l’europarlamentare Paolo De Castro, membro della commissione agricoltura, il vicepresidente nazionale di Legambiente, Edoardo Zanchini, il presidente nazionale di Cia Dino Scanavino e Edi De Francesco, docente ad Agripolis.
Il dibattito è stato particolarmente vivace, anche se De Castro ha tranquillizzato gli animi circa la possibilità che venga messo in discussione l’impianto normativo europeo: «Preciso che i regolamenti comunitari non possono in alcun modo essere messi in discussione in sede negoziale con gli Stati Uniti – ha dichiarato nel suo intervento – Cercheremo di capire le condizioni dell’accordo, e voteremo di conseguenza. Vorrei evidenziare che abbiamo inserito nelle proposte del trattato l’istituzione di tribunali pubblici, proprio a evitare che gli arbitrati possano interferire negativamente a favore di un paese piuttosto che di un altro, a seconda delle circostanze». Una posizione cauta ma ben lontana dalla condanna del Ttip è stata quella del presidente nazionale di Cia, Dino Scanavino: «Tuteliamoci, ma non chiudiamoci in noi stessi – ha esordito il numero uno della Confederazione – Non assumiamo posizioni intransigenti prima di conoscere i contenuti specifici del Trattato. È chiaro che ci opporremo a una concorrenza sbilanciata verso prodotti esteri con standard qualitativi che non riteniamo adeguati. Bisognerà dare regole e vantaggi che vadano bene a tutti e che non penalizzino le nostre produzioni».