Una nuova casa per la comunità di Conche
Il grande giorno per la comunità di Conche è arrivato. Questo sabato 28 giugno la comunità lo attendeva da ben 12 anni, ma ora finalmente tutti i parrocchiani e gli abitanti della frazione di Codevigo hanno una nuova casa nella quale trascorrere ore di socialità, incontrarsi, rinsaldare le relazioni e soprattutto vedere i più giovani, spesso i propri figli, crescere e formarsi.
La messa delle 18, presieduta dal vicario generale della diocesi di Padova mons. Paolo Doni, apre dunque le celebrazioni per l’inaugurazione del nuovo centro parrocchiale che d’ora in avanti ospiterà tutte le attività del circolo Noi locale, fino a questo momento “relegate” nella sala ricavata all’interno della vecchia chiesa di Conche.
Un circolo che sente tutta l’emozione, assieme anche alla responsabilità di gestire una struttura completamente rinnovata (della fatiscente canonica, detta ironicamente “villa sorzi”, sono rimaste solo le mura perimetrali) e che sarà al centro del grest tra la fine di luglio e l’inizio di agosto, quando lascerà la scena alla festa per la Madonna della neve nei primi due fine settimana di agosto, animata dallo stand gastronomico, dalla sfilata di abiti da sposa e infine da un concorso cinofilo con giudici professionali. Il centro parrocchiale, per tornare al protagonista del momento, rappresenta per Conche un sogno realizzato.
Un impegno corale. «La comunità ha voluto fortemente vedere quest’opera compiuta – racconta il parroco don Massimo Fasolo – per la necessità di avere dei luoghi dignitosi e adatti a ospitare la catechesi e le attività per i giovani che in questo momento si tengono in canonica. Vogliamo inoltre offrire alla comunità uno spazio d’incontro, aperto a chi abita attivamente la parrocchia ma anche a chi la vive con un ruolo più marginale».
I lavori, iniziati con la benedizione della prima pietra il 13 marzo 2011, sono durati tre anni e sono stati sostenuti dalla fondazione Cassa di risparmio di Padova e Rovigo (con 250 mila euro), dalla regione Veneto (50 mila) e dal Gruppo culturale ricreativo di Conche che da anni organizza la rinomata festa dedicata al prelibato asparago locale.
«Proprio i fondi già stanziati grazie all’impegno del mio predecessore don Damiano Santiglia – riprende il parroco – hanno rappresentato una molla importante per arrivare alla conclusione del progetto, partito dodici anni fa con la ristrutturazione della scuola dell’infanzia e la realizzazione del nido integrato che oggi sono realtà preziose per Conche. Altrimenti avremmo perso la possibilità di usufruire di questa somma in favore della comunità».
La nuova struttura. Il risultato dei massicci interventi di recupero è una struttura su due piani, ripensata dal’architetto Marco Venturini e dall’ingegner Virginio Maniero. A piano terra l’ampio salone ospita il bar di circolo con il biliardo e uno spazio per l’accoglienza degli anziani, oltre alla cucina e ai servizi igienici. Al piano superiore le sale dedicate alla catechesi, con un soffitto in scenografiche capriate, sono tre, più una che diventerà sede del Gruppo culturale ricreativo.
All’esterno, un manipolo di giovani volonterosi guidati da Niccolò Toffanin, sta rimettendo a nuovo il campo sportivo. Dall’altra parte di via Vallona, accanto alla canonica, sta invece prendendo forma un altro spazio tutto dedicato alle nuove generazioni: una sala prove nella quale coltivare talenti musicali in erba. In vista dell’apertura del nuovo patronato la comunità ha creato una commissione di dieci persone, parroco incluso, con il compito di stilare un regolamento per l’utilizzo degli ambienti.
La gestione affidata al circolo Noi. Nei prossimi giorni il documento, che si propone di aprire la struttura anche per eventi vicariali e diocesani, verrà presentato a tutti i parrocchiani. Nel frattempo la gestione passa al direttivo di Noi associazione, guidato da Sergio Azzalini, che conta ben 350 soci, quasi il 30 per cento dei residenti a Conche.
«Passato il tempo estivo, eccezionale per le modalità e gli appuntamenti che offre – riflette il presidente – torneremo a organizzare momenti conviviali, rivolti a tutte le famiglie della nostra parrocchia, a cui partecipano anche cento persone alla volta. Con la ripresa delle attività pastorali in autunno, come circolo continueremo a garantire l’apertura del bar, che si riempie in modo particolare dopo la messa della domenica mattina e quindi guarderemo a una programmazione a misura anche dei nostri anziani, che spesso si trovano per giocare a tombola». Il sogno dunque è realizzato, e come spesso accade ha richiesto il concorso di più realtà, ognuna con la propria identità eppure tutte attive per il bene di Conche.
«Nell’unica carità – conclude don Massimo Fasolo – le diversità di vocazioni, doni e carismi, anziché essere causa di rivalità o di critica, hanno la funzione di diventare sempre più motivo di gioia e arricchimento reciproco». Di questo è simbolo, in fondo, ogni centro parrocchiale.