Un "Sinodo tour" nel vicariato di Este
Un sinodo dei giovani capace di coinvolgere le facce che non si vedono da un po', attraverso un costante passaparola che metta in moto le forze migliori. Nel vicariato di Este è partito il "Sinodo tour", per incontrare i giovani nelle parrocchie e metterli in movimento.
In autunno ci sarà tempo per trovarsi, a piccoli gruppi, e cercare insieme, attorno a un tavolo in patronato o seduti sul divano di un amico, di dare una risposta alla domanda che il vescovo Claudio ha rivolto ai giovani ancora in terra polacca durante la Gmg: «Che cosa il Signore chiede oggi alla chiesa di Padova?». Prima, però, il sinodo deve uscire da case e patronati e mettersi in viaggio, per chiamare dentro quante più persone possibile, specie quelle le cui facce non si vedono più da un po’.
È questo, forse, il senso del "Sinodo tour", l’iniziativa di promozione del Sinodo dei Giovani in atto in queste settimane nel vicariato di Este: una lunga serie di incontri nelle parrocchie per raccontare il Sinodo e per dargli “benzina”, energie ed entusiasmo.
«La nostra equipe vicariale – racconta don Michele Majoni, vicario parrocchiale a Este – ha pensato che dovessimo prima di tutto metterci in moto tra le varie parrocchie e unità pastorali, sulla base della riscoperta di tre parole chiave: la prima è “vita”, la seconda “comunità”, mentre la terza è la “chiesa che vorrei”, la chiesa del futuro, quella che sogno».
Durante un’attività le parole chiave vengono scoperte una dopo l’altra, fino alla “chiesa che vorrei”: a questo punto i ragazzi, armati di tempere, sopra un lenzuolo bianco scrivono cosa suscita in loro questa provocazione accanto alla scritta #sinodoiocisto.
Non solo parole: «Accanto al loro nome e a un piccolo pensiero, ci mettono sopra l’impronta della propria mano, che grazie alle impronte digitali è qualcosa di unico e irripetibile, proprio come loro. È arrivata l’ora di sporcarci le mani, è arrivata l’ora di mettere noi stessi ed i nostri desideri».
Il lenzuolo viene poi messo in chiesa, perché sia visto dalla comunità cristiana in un luogo centrale per la vita di fede, specie per impedire il rischio di trasformare il sinodo in un evento settoriale – per quanto “settoriale” possa ritenersi il mondo giovanile – ma di spalancarne le porte ideali a tutta la comunità: «A Este se n’è parlato tanto, chi è attento sa di cosa si tratta, ma la parola “Sinodo” resta ai più oscura. Credo che anche con il lenzuolo e più in generale l’energia dei giovani tutti presto sapranno di che cosa si tratta».
La comunicazione del “Sinodo tour”, però, si fa già sinodo: «Sull’onda dell’energia dell’incontro, alla fine arriva la proposta della creazione dei gruppi sinodali. È importante però che non siano giovani venuti all’incontro in parrocchia a farsi un gruppo tra di loro, ma che ciascuno di loro possa coinvolgere altri quattro o cinque giovani, invitarli a casa sua, per coinvolgere sempre più persone».
Il “Sinodo tour” del vicariato di Este è partito il 24 aprile a Baone, Calaone e Valle San Giorgio, è proseguito l’8 maggio a Ospedaletto e Tresto, mentre il 10 maggio si è svolto a Carceri, Ponso e Bresega.
Conclusione del “tour” il 22 maggio a Este, dove saranno presenti i ragazzi del pullman vicariale che ha preso parte alla spedizione diocesana alla Gmg di Cracovia nel luglio scorso, proprio da dove il vescovo Claudio ha scelto di far partire, con il suo annuncio, l'esperienza.
«Questo è un po’ il nostro nocciolo duro – osserva don Michele Majoni – dato che questi ragazzi una volta al mese hanno vissuto un incontro di spiritualità e ora proseguiranno il loro percorso nel sinodo». A convincere c’è anche la composizione “mista” dell’équipe vicariale: oltre a don Michele si sono messi in gioco esponenti dell’Ac, degli scout, dell’équipe diocesana e anche ragazzi impegnati ma non iscritti a nessun movimento o associazione.
I bilanci si faranno alla fine, dopo la Pentecoste del 2018, ma è già possibile fare qualche previsione
«Ho visto, sulla mappa nel sito di giovanipadova.it, come Baone, Calaone e Valle San Giorgio siano le parrocchie con più gruppi sinodali già iscritti, proprio dopo il nostro primo incontro. È segno di un risultato concreto. Non so però cosa aspettarmi dal sinodo: le aspettative ci ingabbiamo e ci deludono, mentre questo è il tempo di affidarci al Signore».
Qualche scorcio di positività un po’ più tangibile però già si intravede: «Hanno dimostrato interesse anche alcuni ragazzi che non c’erano alla Gmg o che addirittura non frequentano più la parrocchia. I giovani hanno capito che ciò che viene chiesto a loro non siano banalità, ma temi importanti come cosa c’entri Dio con la loro vita e cosa si può fare perché la comunità non sia più lontana dai loro ideali e dalle loro necessità».