Sermig, il 13 maggio l'incontro mondiale dei giovani a Padova.

Il 13 maggio si avvicina a grandi passi. Padova entrerà così in una storia iniziata oltre 30 anni fa, dall’incontro del Sermig con migliaia di giovani, uomini e donne, credenti e non. Incontri che hanno dato corpo a un’intuizione: permettere alle nuove generazioni di farsi ascoltare dai grandi della Terra. A Padova è attiva la segreteria organizzativa, ecco come farsi coinvolgere fino in fondo in questa esperienza unica. 

Sermig, il 13 maggio l'incontro mondiale dei giovani a Padova.

Una giornata di speranza ormai vicina. Padova è pronta ad accogliere decine di migliaia di giovani del quinto appuntamento mondiale “Giovani della pace” organizzato dal Sermig. Padova mostrerà il suo volto migliore, nelle parole, nei gesti, anche nei particolari. Una grande piazza (Prato della valle) per l’incontro del pomeriggio, ma anche dieci luoghi significativi della città per far dialogare i giovani con rappresentanti del mondo degli adulti sui temi dell’economia, della giustizia, della spiritualità.

Padova entrerà così in una storia iniziata oltre 30 anni fa, dall’incontro del Sermig con migliaia di giovani, uomini e donne, credenti e non. Incontri che hanno dato corpo a un’intuizione: permettere alle nuove generazioni di farsi ascoltare dai grandi della Terra. «I giovani sono sempre stati il mio tormento – racconta Ernesto Olivero – sono sempre stati il senso della mia vita».

È lo spirito che ha animato la storia del Sermig a partire dal 1964, anno della sua fondazione: i giovani come priorità, ma soprattutto come speranza per costruire un mondo migliore. Nel corso degli anni, si è rafforzata l’idea di fare qualcosa di significativo per loro. Il tutto, grazie ad intuizioni e incontri particolari, come quello con dom Helder Camara, un gigante della chiesa brasiliana, madre Teresa di Calcutta, Giovanni Paolo II. Il sogno è stato quello di creare occasioni per far riconciliare la generazione dei padri con quella dei figli. In un modo semplice: incontrandosi. Torino, Asti, L’Aquila, Napoli, adesso Padova: città diverse, ma lo stesso spirito.

«Vogliamo testimoniare che la speranza c’è – spiega Ernesto Olivero – anche a Padova, ascolteremo le storie di cambiamento di alcuni giovani che con le loro scelte, hanno dimostrato che è possibile non rimanere prigionieri dell’odio, ripartendo dall’amore».

L’appuntamento mondiale non sarà un inno ai buoni sentimenti, ma l’occasione per dare visibilità a un impegno che già esiste e che si esprime nel quotidiano, molto spesso in silenzio.

Proprio per questo, nella giornata del 13 maggio, avrà un grande spazio l’iniziativa dei “Punti di Pace”, un vero e proprio coinvolgimento in Prato delle realtà di bene promosse da gruppi, parrocchie, associazioni e singoli in ogni angolo d’Italia e del mondo. Da settimane, il sito dell’appuntamento (www.mondialedeigiovani.org) sta ricevendo decine di segnalazioni e continuerà a farlo fino all’ultimo. Alcune di queste esperienze saranno presentate in piazza e condivise con i giovani di tutta Italia.

Intanto, non si ferma la macchina organizzativa. In tutto il Triveneto, sono al lavoro gruppi di giovani: da Montebelluna a Pordenone, da Verona a Venezia. Tutti possono attivarsi, dando la propria disponibilità alla segreteria del Mondiale, presente a Padova (padova@mondialedeigiovani.org – tel. 393 911 6372). Tra i servizi proposti, l’accoglienza dei gruppi, i gemellaggi in parrocchie e paesi. Infine proprio in questi giorni si stanno attivando i giovani che potranno essere parte del “Team dei giovani volontari” che accoglieranno i coetanei in arrivo a Padova, mettendo a disposizione le loro competenze, capacità e desiderio di far crescere nuove relazioni, per dare un volto vero all’arrivo in città. Anche per questo ci si può iscrivere nel sito o contattare la segreteria padovana.

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«Ognuno può fare la propria parte – è l’invito di Ernesto Olivero – da Padova può partire davvero un annuncio di speranza. Giovani così possono essere la chiave per costruire un mondo nuovo, in cui tutti possiamo essere fratelli. Senza retorica. Giovani così dicono no alla corruzione, ai privilegi, a parole come infedele, nemico, vendetta. Imparano a dire i sì e i no che contano. Quando saranno adulti, capiranno che la cosa più importante è comunicare la passione e la semplicità dell'amore, soprattutto attraverso la testimonianza».

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