Seminario minore. Uno spazio per adolescenti che crescono a tutto tondo
Lunedì 11 inizia il nuovo anno formativo nel seminario minore di Rubano. Una trentina di seminaristi, dalla seconda media alla quinta superiore, affiancati dagli educatori, riprenderanno la vita comunitaria per crescere in tutte le dimensioni della persona, coltivando soprattutto la ricerca vocazionale.
Il nuovo anno formativo in seminario minore inizierà lunedì 11, quando i seminaristi e gli educatori si recheranno al santuario mariano di Motta di Livenza per trascorrere due giorni di fraternità e programmazione, prima di riprendere gli impegni scolastici.
Quest’anno il gruppo dei seminaristi conta una trentina di ragazzi. Per la prima volta non è stata attivata la prima media, dopo la scelta maturata l’anno scorso a livello diocesano di chiudere la comunità delle medie per focalizzare la proposta sugli adolescenti delle superiori.
«Il seminario minore – spiega don Antonio Oriente, pro-rettore e padre spirituale – ha come finalità primaria la coltivazione dei germi di vocazione e la sensibilizzazione della diocesi in merito alla pastorale vocazionale. Il seminarista, in comunità, ha la possibilità, attraverso lo scambio con i coetanei e gli educatori, di prendere in considerazione l’eventualità di un progetto di vita modulato sulla scoperta della volontà di Dio per lui».
L’itinerario formativo proposto dal seminario crea dunque le condizioni perché l’adolescente possa muovere dei passi di crescita in tutte le dimensioni della sua persona: spirituale, umana, sociale, culturale e vocazionale.
«L’esperienza del seminario la ricordo unica e davvero arricchente – racconta Filippo Marcato, di Sant’Angelo di Piove di Sacco, che è entrato in terza media e ha terminato la quinta superiore nel giugno scorso – La vita comunitaria, affiancata al dialogo con gli educatori, mi ha dato la possibilità di confrontarmi e anche scontrarmi con i miei compagni: mi ha dato perciò l’opportunità di costruire amicizie autentiche. Per quanto riguarda il mio percorso di fede, il seminario mi ha aiutato a maturare una fede che è prima di tutto relazione con il Signore. Per questo è stata fondamentale la figura del padre spirituale che, con i suoi consigli, è stato per me una vera guida. Infine, in questi anni, sono cresciuto culturalmente grazie al percorso scolastico e allo studio pomeridiano, coltivato insieme alle letture e agli approfondimenti proposti dagli educatori».
I ragazzi che vivono l’esperienza del seminario minore provengono da diverse parrocchie della diocesi, dove sono cresciuti e hanno camminato nella fede, grazie alle famiglie e alle comunità cristiane.
«Con l’ingresso in seminario – conclude don Oriente – inizia una collaborazione profonda e attiva tra genitori ed educatori che riguarda tutti gli ambiti della formazione e che permette di incidere positivamente sulla crescita dei figli. È necessario ricordare, inoltre, che il seminario mantiene un rapporto costante con le parrocchie dei seminaristi. Essi vanno aiutati a vivere l’esperienza parrocchiale consapevoli che è una cartina tornasole per la verifica della effettiva interiorizzazione del cammino formativo in seminario».
Non a caso da quest’anno per la pastorale vocazionale degli adolescenti diventerà fondamentale l’incontro e la collaborazione con i parroci e i vicari parrocchiali della diocesi.