5 per mille, il terzo settore chiede eliminazione tetto
Mentre il disegno di legge di bilancio è in corso di esame, dieci primarie organizzazioni del mondo non profit chiedono l'equiparazione con l'8 per mille per il quale non è previsto alcun limite
Mentre il disegno di legge di bilancio è in corso di esame, dieci primarie organizzazioni del mondo non profit - ActionAid, Fondazione AIRC, AISM/FISM, EMERGENCY, FAI - Fondo per l'Ambiente Italiano, Lega del Filo d'Oro, Medici Senza Frontiere, Save the Children, Fondazione Telethon, UNICEF - chiedono a gran voce al Governo un intervento per eliminare il tetto della raccolta del 5 per mille, equiparandolo all'8 per mille per il quale non è previsto alcun limite o, quantomeno, per incrementare il finanziamento tenendo conto della crescita delle scelte dei contribuenti.
17,2 milioni di contribuenti - si legge in una nota del FAI - hanno destinato il 5 per Mille nella Dichiarazione dei Redditi 2023 a enti del Terzo settore con circa 730mila firme in più rispetto al 2022 per un totale di 552 milioni di euro, confermando una crescente consapevolezza del valore sociale di questo strumento.
Dal 2017 si registra un trend in crescita delle scelte dei contribuenti che, nonostante l'innalzamento progressivo del finanziamento fino agli attuali 525 milioni di euro, si è tradotto negli anni in uno sforamento del tetto massimo previsto: 9 milioni in più nel 2017, 13.7 milioni nel 2018, 23.5 milioni nel 2019, 3 milioni nel 2020 e 4.4 milioni nel 2022. Fa eccezione esclusivamente l'anno 2021, come ovvia conseguenza del calo dei redditi dovuto alla pandemia.
Quest'anno il tetto è stato sforato di quasi 28 milioni di euro. Risorse, queste, che in assenza della soglia limite avrebbero potuto essere distribuite agli enti del Terzo Settore, per finanziare servizi per le persone più fragili, progetti di ricerca medico-scientifica, iniziative di sostegno ai soggetti e alle famiglie più vulnerabili di tutela ambientale e culturale. Inoltre, il meccanismo di ricalcolo implica paradossalmente una penalizzazione maggiore per gli enti che hanno raccolto più firme.
Dal 2006 a oggi è stato raccolto con il 5 per mille un contributo di oltre 8 miliardi di euro: un eccellente esempio di sussidiarietà fiscale, di cui lo Stato si fa garante, che restituisce ai cittadini la fiducia espressa attraverso il Terzo settore. Introdotto in via sperimentale nel 2006 e reso strutturale nel 2015, lo strumento del 5 per Mille, senza costi per i contribuenti, consente di scegliere la missione per loro più rilevante, sostenendo così le attività di Enti del Terzo settore e realtà sociali impegnate a sostenere la ricerca scientifica e sanitaria e numerose altre attività di interesse generale nel volontariato di solidarietà.
La normativa vigente prevede un tetto massimo di risorse che possono essere destinate al riparto del 5 per Mille, pari a 525 milioni di euro, a prescindere dalla quantità effettiva delle scelte dei contribuenti.