Doppia affermazione del centro-sinistra. Boom astensionismo
Doppia affermazione dei candidati del centro-sinistra allargato ed ennesimo boom dell’astensionismo. Le elezioni in Emilia-Romagna e Umbria del 17 e 18 novembre hanno fornito indicazioni molto nette. Tutto sommato prevedibili per quanto riguarda l’astensionismo e il risultato dell’Emilia-Romagna, dove è stato eletto presidente Michele De Pascale, per nulla scontate nel caso dei risultati dell’Umbria, dove si è affermata Stefania Proietti superando la “governatrice” uscente, Donatella Tesei, che nel 2019 aveva guidato il centro-destra al successo per la prima volta dopo cinquant’anni.
Doppia affermazione dei candidati del centro-sinistra allargato ed ennesimo boom dell’astensionismo. Le elezioni in Emilia-Romagna e Umbria del 17 e 18 novembre hanno fornito indicazioni molto nette. Tutto sommato prevedibili per quanto riguarda l’astensionismo e il risultato dell’Emilia-Romagna, dove è stato eletto presidente Michele De Pascale, per nulla scontate nel caso dei risultati dell’Umbria, dove si è affermata Stefania Proietti superando la “governatrice” uscente, Donatella Tesei, che nel 2019 aveva guidato il centro-destra al successo per la prima volta dopo cinquant’anni.
L’affluenza alle urne è diminuita di oltre venti punti (dal 67,7% del 2019 al 46,4%) in Emilia-Romagna, non arrivando alla metà degli aventi diritto. Non si tratta del minimo storico perché nel 2014 si era fermata al 37,7 (si votò dopo le dimissioni per motivi giudiziari dell’allora presidente Vasco Errani, poi assolto con formula piena), ma si può legittimamente parlare di un crollo della partecipazione. Dodici punti in meno (dal 64,7% al 51,3%) anche in Umbria, dove pure il confronto si preannunciava serrato, e il dato segna il minimo storico per questo territorio.
Passando ai risultati della competizione, c’è da rilevare che entrambi gli eletti alla guida delle rispettive regioni sono stati finora sindaci, De Pascale di Ravenna, la Proietti di Assisi. Poche settimane fa, in Liguria, era stato eletto il sindaco di Genova, Marco Bucci. E’ una circostanza che fa riflettere in rapporto alla selezione della classe dirigente e alle preferenze dei cittadini.
In Emilia Romagna De Pascale ha ottenuto il 56,8% dei voti contro il 40,1% della candidata del centro-destra, Elena Ugolini. Nessuno degli altri candidati ha raggiunto il 2%. Per quanto riguarda i partiti, numeri alla mano spicca il risultato del Pd che ha superato il 40% (42,9%), mentre gli altri soggetti della coalizione sono fortemente distanziati (Alleanza Verdi Sinistra 5,3%, civica per De Pascale 3,8%, Movimento 5 Stelle 3,5% e poi a scendere). Anche nell’altro schieramento c’è un largo distacco tra la prima lista, Fratelli d’Italia, che ha ricevuto il 23,7%, e le altre: Forza Italia (5,6%), Lega (5,3%), civica per Ugolini (5,2%).
In Umbria Stefania Proietti è stata eletta con il 51,1% dei suffragi a fronte del 46,2% della presidente uscente, Donatella Tesei (espressa dalla Lega). Un distacco superiore alle previsioni. Gli altri candidati alla guida della regione si sono fermati sotto il 2%. Nel voto di lista il Pd ha ottenuto il 30,2%, FdI il 19,4%, Forza Italia il 9,7%, la Lega il 7,7%, la civica per Tesei il 5%, il M5S il 4,7% così come la civica Umbria Domani, Avs il 4,3%, Noi moderati il 2,9%. Era molto atteso il risultato di Alternativa popolare, il gruppo del controverso sindaco di Terni Stefano Bandecchi, stavolta alleato con il centro-destra, ma la sua lista ha superato di poco il 2% a livello regionale.