Religioni in dialogo, nell'impegno comune ad agire per la pace
Fin dal Concilio la chiesa cattolica ha riconosciuto l’importanza di instaurare un rapporto di dialogo con le altre tradizioni religiose. Non si tratta soltanto di riconoscere nelle loro dottrine valori spirituali, morali e socio-culturali condivisi, ma anche di incontrare delle persone, di vivere la «mutua testimonianza della propria fede e una esplorazione comune delle proprie rispettive convinzioni religiose». Da qui nasce anche il dialogo cristiano-buddista in corso a Padova.
Mercanti, esploratori e missionari nelle terre dell’Estremo Oriente, hanno sollecitato la fantasia dell’uomo europeo con i loro racconti, con la descrizione di colori, profumi, suoni e stili di vita differenti.
Con la cultura orientale, giunsero nel nostro continente anche le prime nozioni sulle tradizioni filosofico-religiose dell’Asia, soprattutto del buddhismo.
Il mio primo incontro con l’insegnamento del Buddha è avvenuto circa vent’anni fa, quando, per puro interesse intellettuale, ho visitato un monastero buddhista in provincia di Parma, guidato da un “abate” italiano.
Nel nostro paese, le religioni orientali sono presenti da diversi decenni, e vi sono giunte a seguito del fenomeno migratorio e delle attività “missionarie” di carismatici leader spirituali. I centri di spiritualità buddhista, radunati nell’Unione buddhista italiana, si manifestano aperti e disponibili al dialogo interculturale e interreligioso con le comunità ospitanti.
Ne è un esempio la comunità tibetana, presente nella città di Padova sin dal 1993, che si lascia volentieri coinvolgere in incontri di dialogo cristiano-buddhista e manifestazioni culturali come “Interreligious”.
Al fine di «promuovere l’unità e la carità tra gli uomini» (Nostra aetate 1), la chiesa cattolica ha riconosciuto l’importanza di instaurare un rapporto di dialogo anche con coloro che credono in queste tradizioni.
Non si tratta soltanto di riconoscere nelle loro dottrine valori spirituali, morali e socio-culturali condivisi, ma anche di incontrare delle persone, di vivere la «mutua testimonianza della propria fede e una esplorazione comune delle proprie rispettive convinzioni religiose» (Dialogo e annuncio 40).
Nei loro scritti, papa Francesco e il Dalai Lama si manifestano concordi nel considerare il dialogo interreligioso come condizione necessaria per la pace nel mondo.
Affinché questa si possa realizzare, credo che sia importante non fondare il confronto sul piano astratto, ma partire dalla consapevolezza della nostra umanità e della nostra appartenenza all’unica famiglia umana, bisognosa di un equilibrio tra sviluppo materiale e spirituale, chiamata ad agire responsabilmente per il bene di tutti, rispondendo all’appello dell’amore, della misericordia e della compassione.