Mercoledì sera la Via crucis dei giovani di Azione cattolica all'Opsa
La via crucis dei giovani dell'Azione cattolica è un'occasione di incontro con il Vescovo Claudio, è tappa di avvicinamento al sinodo ed è occasione di condivisione per camminare insieme verso la Pasqua. Quest'anno, mercoledì 12 aprile alle 19.30 all'Opsa, ci saranno anche i giovani richiedenti asilo dei campi di Cona e di Bagnoli.
Da più di una ventina d'anni l'Azione cattolica diocesana propone ai giovani di tutta la diocesi la via crucis del mercoledì santo, un appuntamento, presieduto dal vescovo Claudio, che si svolge nel parco dell'Opera provvidenza sant'Antonio di Sarmeola di Rubano.
«È una proposta – precisa don Stefano Manzardo, assistente unitario e giovani dell'Azione cattolica – che rappresenta un momento di incontro fra il vescovo e i giovani. Quest'anno però assume anche dei valori particolari perché è tappa di avvicinamento al sinodo dei giovani, inoltre la preparazione e la partecipazione ha un respiro più ampio perché oltre ai giovani dell'azione cattolica ci sono anche la pastorale giovanile e gli scout, entrambi inseriti già nella fase di organizzazione».
Mercoledì 12, dalle ore 18 c'è la possibilità di confessarsi, alle 19.30 inizia quindi il percorso della via crucis all'interno del parco. Cinque tappe che ripercorrono la vita di Gesù, non solo nella parte terminale, ma fin dall'annunciazione. «La via crucis quest'anno – continua don Stefano – parte dalla frase “Grandi cose ha fatto per me l'Onnipotente” e ripercorre la vita di Gesù con gli occhi di Maria. La particolarità è che nelle diverse stazioni non ci sono quadri o dipinti, ma dei simboli, dei segni. Nella vita di Gesù, così come in quella di Maria e dei giovani stessi sono presenti alcune polarità, delle dicotomie: la vita e la morte, ma anche il condividere o il trattenere, dire sì oppure no. Ecco quindi che possiamo trovare ad esempio un tavolo con sopra un pacco regalo chiuso e legato: un dono è da condividere, ma alle volte lo si vuole tenere per sé».
Ad ogni stazione corrispondono anche dei gesti semplici da compiere, come accendere delle candeline, che richiamano il senso della tappa che si sta affrontando. Si legge una pagina del vangelo, si sottolineano le parole chiave, si ricorda un passaggio del messaggio del Papa e segue poi una preghiera di invocazione. I giovani che solitamente partecipano alla via crucis sono più di duemila, ma l'equipe che la organizza e pensa è formata da otto ragazzi fra i 22 e i 30 anni.
«Partecipo a questo evento da anni – racconta Alessandra Dal Toso, della commissione preparatoria – e nel ritrovarmi ad organizzarla sento un grande impegno e responsabilità. Ci mettiamo nella prospettiva dei giovani, ci chiediamo cosa si aspettano, così le testimonianze che portiamo sono di vita quotidiana, raccontano di una fede vissuta ogni giorno per cercare di essere più concreti e vicini ai ragazzi. Ad esempio nella tappa in cui si parla della nascita di Gesù ci sarà una giovane mamma che porta la sua esperienza del parto, della gioia di avere un figlio e delle difficoltà che incontra. Ci siamo chiesti cosa può avvicinarci a Maria e abbiamo preso in considerazione la parte più umana, quella che affronta le difficoltà, che dice sì e che sa lasciare andare».
Particolarità di quest'anno è anche la partecipazione di una centinaio di giovani richiedenti asilo dei campi di Cona e Bagnoli, così da rendere la via crucis un momento di accoglienza e di apertura. «Non è un appuntamento di particolare raccoglimento personale – conclude Alessandra Dal Toso – siamo in tantissimi. Ma la cosa bella è che camminiamo insieme verso la Pasqua, è una vera condivisione che fa vedere un volto dei giovani forse alle volte sottovalutato: anche noi coltiviamo la nostra fede e ci teniamo. Momenti come questo ci danno la carica».