A Piove di Sacco gli adultissimi di Azione cattolica in festa
L’appuntamento è a Piove di Sacco nel pomeriggio di giovedì 21 maggio con gli adulti della terza età per l’annuale incontro diocesano. Si partirà dal meditazione del Magnificat guidata da don Gino temporin e poi si visiterà il santuario delle Grazie.
“Maria ci guidi a riconoscere il bene tra noi” è lo slogan del convegno-festa diocesana degli adultissimi che giovedì 21 maggio, dalle 15 alle 18, vedrà convergere a Piove di Sacco soci di Azione cattolica e simpatizzanti della terza età. L’appuntamento, giunto alla sesta edizione, ha ormai una sua tradizione ben collaudata rispetto la metodologia: ogni anno la proposta è visitare un santuario della diocesi, andando a recuperare gli aspetti culturali e artistici, ma anche spirituali.
Quest’anno l’invito è di ritrovarsi alle 15 nel duomo di Piove di Sacco. Qui l’arciprete, don Gino Temporin, offrirà una meditazione, partendo dalla pagina del vangelo che racconta dell’incontro tra Maria ed Elisabetta e quindi il canto del Magnificat. Al termine, gli adultissimi si dirigeranno a piedi verso il santuario delle Grazie, con una tappa a metà strada dove potranno conoscere e incontrare la figura di san Martino. Nel santuario don Franco Callegaro, il rettore, insieme a una guida illustreranno la storia e l’importanza del luogo.
«L’appuntamento diocesano – spiega don Enrico Piccolo, assistente unitario dell’Ac – ha in sé i caratteri della festa, dell’incontro, della riflessione, della preghiera e del mettersi e sentirsi in cammino. Il mese di maggio e gli orientamenti pastorali ci hanno provocato quest’anno sul tema e Maria è diventata la protagonista della proposta per il 2015». La risposta dei partecipanti alle precedenti edizioni è sempre stata elevata: circa quattrocento adultissimi da sei anni a questa parte scelgono di regalarsi la giornata diocesana. Ma qual è la fisionomia di questa “fascia” all’interno del territorio diocesano? «È una realtà davvero variegata – sottolinea l’assistente di Ac – Esistono i classici gruppi a livello parrocchiale, che stanno sempre più assumendo anche una fisionomia vicariale, dove si legge il vangelo della domenica e grazie al commento del sacerdote, spesso il parroco, si approfondisce il testo. Altri gruppi si avventurano sul testo nazionale, seguendolo come traccia di un cammino; altri, sono più aggregativi e mescolano l’aspetto spirituale con quello relazionale».
Di fatto la terza età richiama un impegno e un’attenzione specifica pastorale da parte della chiesa. «Per noi di Ac i nonni sono un tesoro importante a cui attingere. Pensiamo solo a quanto possono regalare in termini di storia e fede religiosa alle nuove generazioni. Da qui l’importanza di farli sentire parte della comunità impegnata nell’iniziazione cristiana. Sono tante, inoltre, le situazioni in cui i genitori sono assenti e i bimbi vengono affidati ai nonni, che ne curano anche l’aspetto religioso. Sono anche loro accompagnatori importanti e detentori di una fede molto profonda e semplice, tradizionale e radicata, nel senso bello del termine. Come Ac e ufficio catechistico diocesano sentiamo davvero come una priorità la loro valorizzazione come testimoni».
Questo cambiamento nel modo di fare catechesi ha messo un po’ in crisi anche gli adultissimi. «Si chiedono e ci chiedono cos’è e cosa comporta questo ripensamento della comunità – conclude l’assistente di Ac – La sfida è renderli partecipi di questo cambiamento col loro metro e misure. A fronte di questo cammino di ripensamento della fede, il regalo più bello che possiamo fare loro è farli sentire protagonisti, oggetto di attenzione e portatori di esperienza. Loro ci chiedono di essere valorizzati, umanamente e psicologicamente, e per l’Ac non sono una fascia di età ai margini ma tasselli fondamentali dell’associazione, della comunità e della chiesa».