Il software del Sinodo? È una sua invenzione

Simone Pinton, 29enne di Santa Giustina in Colle, fa parte da quasi un anno della commissione comunicazione del Sinodo. Di mestiere programmatore, la sua capacità e il suo expertise sono stati subito preziosi per rendere la trasmissione e la lettura delle informazioni i più agevoli possibile.  

Il software del Sinodo? È una sua invenzione

Poca carta e tanti file per contenere le idee, le risonanze e le suggestioni che scaturiranno, a partire dalle prossime settimane, dentro i gruppi del Sinodo dei giovani della diocesi di Padova.
La prima generazione “nativa digitale”, del resto, non poteva non sfruttare i vantaggi delle nuove tecnologie per rendere la trasmissione e la lettura delle informazioni i più agevoli possibile.

Simone Pinton, 29enne di Santa Giustina in Colle, fa parte da quasi un anno della commissione comunicazione del Sinodo. Di mestiere programmatore, la sua capacità e il suo expertise sono stati subito preziosi per il percorso diocesano.

«Il responsabile del Sinodo, don Paolo Zaramella – racconta Simone – ci aveva spiegato la necessità di poter disporre di un sistema gestionale per facilitare le iscrizioni dei gruppi, dei moderatori e dei vari componenti. Era importante poter vedere i loro dati, accedere ai loro contatti, osservare in tempo reale i numeri degli iscritti al Sinodo con annesse statistiche complete. Ho cercato di capire se esisteva già qualcosa di utile allo scopo e, non trovandolo, l’ho costruito da zero, dato che in fondo è del mio lavoro che si tratta».

Basta infatti collegarsi al sito www.giovanipadova.it , cliccare sulla finestra “Iscriviti ai gruppi sinodali” per poter, in pochi istanti, confermare la propria adesione al Sinodo.
«Bastano pochi dati: età, parrocchia, il nome del moderatore. Poi, si possono aggiungere o togliere componenti».
Il prossimo passo, per Simone, sarà quello di creare il database che conterrà le tracce compilate dai moderatori e inviate poi via mail per favorire la discussione dell’assemblea sinodale, chiamata, nei primi mesi del 2018, a compiere un fondamentale lavoro di discernimento: «Il numero di iscritti è enorme. Dato che siamo tutti volontari, e ci sono molte cose da fare, è necessario impiegare al meglio il nostro tempo. È importante che i dati siano fruibili e velocemente accessibili, anche in ottica dell’invio di comunicazioni. L’assemblea sinodale dovrà essere molto brava, in modo che quello che emergerà diventi un suggerimento prezioso per la nostra chiesa di Padova».

Il giovane di Santa Giustina non è altro che un prezioso componente di una macchina già in moto da molto
«Sono rimasto sorpreso nel vedere una partecipazione così estesa e una voglia così grande di collaborare in tutta la diocesi, dal centro fino alla parrocchia più lontana. Si sono mobilitati in tanti con i compiti più disparati a livello parrocchiale, vicariale e diocesano. Questa capillarità non può che far ben sperare».

E anche se i risultati futuri sono importanti, per Simone già il Sinodo stesso è un tesoro da apprezzare:

«Permetterà a tanti di aprire bocca e parlare di argomenti che con i nostri amici e conoscenti non affronteremmo mai. Poter discutere della nostra fede, ascoltare ciò che significa la fede negli altri sarà per tanti un’opportunità di crescita preziosa».

Simone porterà nella sua esperienza di Sinodo anche l’avventura, vissuta con 24 tra ragazzi e animatori, ad Ascoli Piceno, insieme all’associazione Laboratorio della speranza, per stare al fianco dei terremotati: «Giorni belli, ma non semplici. I rapporti con le persone hanno richiesto molto impegno, dato che alcuni non accettano di buon grado l’aiuto che gli si porta». 

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