Giovedì 28 il vescovo Antonio all'ospedale unico della Bassa
Dopo la visita ai malati e l’incontro con la direzione generale e gli operatori sanitari dell’Ulss 17 il vescovo presiederà la messa nella cappella dell’ospedale nella quale conferirà il mandato pastorale alla cappellania, attiva dalle settimane precedenti l’inaugurazione, guidata da don Marco Galante composta da una religiosa e cinque laici portano la comunione ai malati due volte a settimana e studiano il coinvolgimento del territorio.
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Giovedì 28 maggio dalle 16.30 il vescovo Antonio Mattiazzo sarà in visita pastorale all’Ulss 17, nel nuovo polo ospedaliero ribattezzato Ospedali riuniti Padova Sud Madre Teresa di Calcutta, a Schiavonia, inaugurato lo scorso 5 novembre. Dopo aver visitato alcuni reparti, il vescovo incontrerà la direzione generale e gli operatori sanitari e alle 18.30 presiederà la messa nella cappella dell’ospedale dove consegnerà il mandato pastorale ai membri della nuova cappellania ospedaliera.
L’équipe è attualmente formata da don Marco Galante, il cappellano, cinque ministri straordinari della comunione, Tatiana Bovo, Andrea Gastaldo, Francesca Morato, Liviana Piva e Aureliano Ferraretto, e una religiosa, suor Biancalucia Zanon. «Sono in servizio in ospedale dal 1° ottobre – spiega don Marco Galante – La struttura è nuova, quindi stiamo pensando a come organizzare la nostra presenza e come programmare le proposte di pastorale della salute cercando di coinvolgere anche il territorio perché il tema sanitario interessa la comunità tutta».
Si tratta dunque di capire le necessità di una realtà che, oltre ai malati, conta ben 1.500 dipendenti a cui va l’attenzione dell’équipe che a Natale e a Pasqua ha già organizzato dei ritiri spirituali. Ogni settimana poi viene predisposto un foglietto informativo con le notizie “interne”. «Il fatto che non si tratti di una comunità stabile – riprende don Galante – ma composta da persone che vengono e vanno, rende chiaro il fatto di essere in cammino, a servizio della chiesa».
Il nuovo polo ospedaliero sorge su un’area di 250 mila metri quadri tra Este e Monselice, dispone di 434 posti letto, ai quali si aggiungono i 165 di lungodegenza e riabilitazione nelle sedi di Conselve e Montagnana. Le degenze, a eccezione del dipartimento materno-infantile (ostetricia e pediatria) e dell’area psichiatrica, sono organizzate per aree che ospitano al proprio interno le diverse specialità. I pazienti sono suddivisi in base all’intensità dell’assistenza necessaria (terapia intensiva, alto, medio e basso grado di assistenza, degenze diurne), oltre che per patologia.
«Questa è una parrocchia sui generis – continua il cappellano – Qui si vive l’esperienza della malattia, della sofferenza e della morte. Momenti esistenziali delicati, che possono spaventare. La presenza di un sacerdote, di qualcuno che “porta” Gesù, viene accolta in maniera positiva. In questi otto mesi di servizio ho imparato molto dal silenzio: di fronte a certe situazioni parlare è difficile, gli ammalati insegnano molto».
Il servizio ospedaliero è diverso da quello parrocchiale, per certi versi molto semplice, fondato sulla relazione. «La mia giornata lavorativa – spiega don Marco – inizia presto, con un’ora di preghiera personale nella cappellina dell’ospedale. Qui incontro molte persone che passano per un momento di raccoglimento. Alle 8.30 faccio un giro per i reparti, dopo pranzo, alle 15.30, si celebra la messa e alle 17.45 i vespri e l’adorazione eucaristica dalle 16 alle 18. Finisco verso le 19, ma su richiesta sono sempre disponibile».
Due volte a settimana l’équipe porta la comunione agli ammalati, mercoledì al piano medico e giovedì a quello chirurgico e la domenica a tutti. Il mercoledì viene anche amministrato il sacramento dell’unzione dei malati a chi lo desidera: «Vorremmo che non venisse inteso come il sacramento dei moribondi – conclude il sacerdote – ma come un momento che rafforza, incoraggia e aiuta a vivere meglio la malattia. Potrebbe essere richiesto anche prima di un’operazione o dopo la comunicazione di una diagnosi difficile, in momenti di crisi o ansia».