Fra Fabio Spiller è il nuovo "rappresentante" dei religiosi in diocesi di Padova
Il 41enne francescano dei minori di San Francesco Grande a Padova succede a padre Davide De Guidi, comboniano che sta per ripartire per il Mozambico. Il nuovo segretario Cism (Conferenza italiana superiori maggiori) proviene da Sant'Angelo di Piove di Sacco ed è assistente regionale dell'Ordine francescano secolare. Conosce bene Padova, la sua diocesi d'origine, e la ricchezza degli ordini religiosi maschili.
«Cosa mi aspetto? Di conoscere, prima di tutto, e di arricchirmi con i carismi degli altri ordini».
Sono le prime parole di fra Fabio Spiller, nuovo segretario diocesano Cism (Conferenza italiana superiori maggiori), che succede al comboniano padre Davide De Guidi, che ha concluso il mandato quadriennale e prossimamente ripartirà per la missione in Africa. Il passaggio di consegne è avvenuto sabato 27 maggio a villa Immacolata, durante un incontro tra i superiori delle comunità religiose maschili presenti in diocesi.«Incontro – sottolinea don Alberto Albertin, delegato vescovile per la vita consacrata – che è stato ripreso l’anno scorso e allargato, a settembre, a tutti i religiosi presenti il diocesi. È stata l’occasione per incontrare il nuovo vescovo e anche il nuovo delegato, ma ancora di più per guardarsi in faccia e conoscersi. Ciascuna famiglia religiosa ha potuto presentarsi nel dettaglio e si sono fatte scoperte interessanti. Il desiderio che questo incontro torni ogni anno, tutti insieme oppure solo i superiori, è forte nel vescovo Claudio».Sabato 27, nell’ordine del giorno, c’era anche l’elezione del nuovo segretario Cism e del consiglio che lo affiancherà. La scelta dei superiori presenti è ricaduta su padre Fabio Spiller, 41 anni appena compiuti, originario di Sant’Angelo di Piove di Sacco. Abita a Padova, nella comunità dei frati minori di San Francesco Grande, ed è assistente regionale dell’Ordine francescano secolare (Ofs), impegno che condivide con altri due assistenti della famiglia francescana: un minore conventuale e un cappuccino.
La vocazione di fra Fabio è “nata” quando aveva 19 anni, dopo la maturità «e ho bussato al convento di San Francesco Grande. Ricordo di aver detto: “Voglio farmi frate” e di aver ricevuto un sorriso. È stata una bellissima accoglienza, che ricordo ancora oggi con grande emozione». Da lì è cominciato il percorso di formazione che l’ha portato “in giro”. A Padova è tornato per l’ordinazione presbiterale, 14 anni fa. «Ricordo con gioia che sono stato ordinato insieme ai seminaristi del maggiore. Per me era importante, e lo è ancora, che si colga come il clero sia una “cosa sola”, che siamo insieme nel ministero. Certo, c’è il clero diocesano e quello regolare... ma siamo insieme. Anche quest’anno, ed è per me una gioia, vengono ordinati insieme cinque seminaristi del maggiore e tre religiosi, due conventuali e un minore».
Fra Fabio conosce bene la sua diocesi di origine, dove è tornato a settembre scorso dopo un’esperienza a Mantova. «A Padova c’è una grande ricchezza nella vita consacrata maschile. Penso alle comunità impegnate nella vita attiva, ai monasteri (Santa Giustina e Praglia), agli eremiti camaldolesi, alle società di vita apostolica, a chi è impegnato sul fronte missionario... Da poco sono state accolte anche altre realtà: penso ai Servi di Maria, che sono tornati, e ai Legionari di Cristo, famiglie entrambe impegnate in parrocchia. Queste nuove presenze parlano di una chiesa che si fida e che si affida».
Di questa chiesa fra Fabio dice che «è bella perché ha tante modalità di espressione che, nella comunione, riescono a essere una presenza costruttiva. Evangelicamente parlando. Come vita consacrata vorrei che non fossimo una presenza “in più”, ma che – stando al posto che ci è stato assegnato – fossimo una bella presenza. Penso, in questo senso, alla lettera che papa Francesco ha rivolto a religiose e religiosi nel 2014. Ci ha chiesto di guardare al passato con gratitudine, di vivere il presente con passione e di abbracciare il futuro con speranza».
L’agenda di fra Fabio, nel suo nuovo incarico, comincia a riempirsi. Don Alberto gli dice: «Segnati questo appuntamento... Non puoi mancare a quest’altro... Stiamo già pensando alla giornata della consacrata del 2018...».Proprio a don Alberto, che da poco più di un anno è delegato diocesano per la vita consacrata, chiediamo un augurio per fra Fabio: «È bello che, con questa modalità, sia espressa la preziosa presenza dei francescani in diocesi. E poi sono contento perché fra Fabio, oltre a essere originario di Padova, ha una grande esperienza. Ho due auguri per lui. Il primo è per il suo ruolo: che faccia “sentire famiglia” tutta la vita consacrata; gli auguro poi di tenere vivo il legame con la diocesi».