Elisabettine, sette incontri sulla misericordia per i giovani
Le suore elisabettine di Padova propongono sette incontri per approfondire le opere di misericordia. Il percorso inizia lunedì 21 ed è rivolto ai giovani dai 19 ai 30 anni. Dopo il primo incontro introduttivo, a dicembre a maggio gli appuntamenti si focalizzeranno ciascuno su una diversa opera di misericordia corporale, approfondita sia attraverso la lettura del brano evangelico, sia attraverso la testimonianza di significative realtà del territorio, alcune delle quali stanno particolarmente a cuore alle sorelle elisabettine. Come le cucine popolari di Padova.
Quando il tema della carità incontra la pastorale giovanile delle suore elisabettine di Padova, il risultato è una proposta intensa e coinvolgente, dal titolo “Se non ami…”.
Il percorso, che inizia lunedì 21 novembre alle 20.30 nella casa Santa Sofia, è organizzato in sette tappe mensili dedicate ai giovani dai 19 ai 30 anni interessati a scoprire i gesti di carità evangelica per diventare “cuore e mani di Dio nella vita quotidiana”.
La bussola che accompagnerà i ragazzi in questo cammino è la pagina del vangelo di Matteo in cui Gesù descrive le opere di misericordia rivolte ai fratelli come strumento di giudizio della vita di ciascuno, in vista della salvezza eterna.
Il primo incontro, intitolato “Signore quando ti abbiamo visto?”, avrà l’obiettivo di presentare la proposta, focalizzandosi sull’importanza di fare della misericordia una fedele compagna di viaggio, anziché un’accompagnatrice occasionale conosciuta durante l’anno santo appena concluso. Da dicembre a maggio, invece, gli appuntamenti si focalizzeranno ciascuno su una diversa opera di misericordia corporale, approfondita sia attraverso la lettura del brano evangelico, sia attraverso la testimonianza di significative realtà del territorio, alcune delle quali stanno particolarmente a cuore alle sorelle elisabettine. È il caso delle cucine popolari, in cui la congregazione è impegnata in prima linea e dove i giovani saranno chiamati a vestire i panni di volontari per una sera, trasformando il vangelo in gesti concreti.
Altre esperienze forti saranno le testimonianze degli operatori dell’accoglienza notturna, dell’Opsa, di casa Santa Chiara dedicata ai malati terminali e del carcere Due Palazzi, in programma nei mesi successivi.
«Il nostro intento – spiega suor Barbara Danesi, referente per la pastorale giovanile – è insegnare ad amare un po’ di più il prossimo, perché senza amore ci si sente vuoti e si è incapaci di incontrare Cristo».
Per ottenere questo risultato, le suore possono contare anche sull’appoggio dei frati conventuali di Padova, che, insieme alle sorelle, accompagnano i ragazzi nei differenti percorsi di crescita.
La casa Santa Sofia offre anche altre proposte annuali, come il corso Porziuncola e il cammino “Chi trova un tesoro”.
Il primo mira a fornire ai ragazzi gli strumenti necessari per costruire un progetto di vita maturo e consapevole, dopo aver esplorato le diverse forme di vocazione riconosciute dalla chiesa. A ciascuna di esse sarà dedicato un week-end al mese da novembre a maggio e il cammino si concluderà con gli esercizi spirituali a villa Immacolata.
La seconda proposta, in programma nello stesso periodo, approfondisce invece l’affettività, intesa come strumento di relazione umana e spirituale.
Ma le risorse messe a disposizione dalle elisabettine non finiscono qui: oltre ai percorsi strutturati, i giovani possono condividere con le suore momenti di preghiera e di formazione all’interno di casa Santa Sofia.
«Il nostro è un luogo piccolo, completamente immerso nella città – spiega suor Barbara – ma adatto a chiunque sia alla ricerca di ascolto e fraternità e voglia condividere con noi un po’ del proprio tempo».
Ad accogliere gli ospiti saranno le quattro nuove suore che da agosto formano una comunità caratterizzata dall’impegno pastorale anche all’esterno della confraternita, nei panni di infermiere e insegnanti.
Questa loro apertura, unita alla dedizione nell’incontrare i giovani e nel proporre loro occasioni di crescita sta portando buoni frutti
«Al termine di ogni percorso – racconta suor Barbara - i ragazzi ringraziano per il clima di gioia e di condivisione che si è instaurato. Tra loro nascono belle amicizie e qualcuno torna a trovarci a distanza di tempo».
Un traguardo che testimonia l’impegno della congregazione, il cui obiettivo è aiutare i giovani a capire il progetto che Dio ha per loro.