Da Cadoneghe a Palermo, sulle orme del beato Pino Puglisi
I giovani di San Bonaventura di Cadoneghe, dal 19 al 26 agosto, si recheranno a Palermo per un camposcuola sulle orme del beato Pino Puglisi. Ascolteranno la testimonianza di un suo ex alunno e di alcuni suoi collaboratori. E attraverso l'incontro con le situazioni di povertà, la sfida della mafia, il prezzo della legalità, impareranno a dare valore a quelle scelte quotidiane, anche le più semplici, che ogni giovane comincia a fare in autonomia e responsabilità.
I giovani di San Bonaventura di Cadoneghe, dal 19 al 26 agosto, si recheranno a Palermo per un camposcuola sulle orme del beato Pino Puglisi.
L’idea del campo nasce dalla presenza in parrocchia del diacono Emilio Cannata, della diocesi di Palermo, che sta studiano liturgia pastorale a Santa Giustina. La proposta “risponde” a una normale esigenza di amicizia, per conoscere com’è la sua terra e la sua gente. A questa motivazione, si aggiunge un’altra prospettiva.
«Con i giovani della parrocchia – spiega don Silvano Berto, il parroco – stiamo crescendo nella nostra identità cristiana e nell’esprimerla gustando la bellezza di essere chiesa e la responsabilità di essere lievito e sale là dove ognuno si trova a vivere. Ci è sembrato che la vita del beato Pino Puglisi possa essere una felice sintesi di tutto questo, avendo come valore aggiunto il suo essere educatore per i giovani. Con lui incontreremo le situazioni di povertà, la sfida della mafia, il prezzo della legalità, nella vita di altri testimoni, che ci aiuteranno a dare valore alle scelte quotidiane, che ogni giovane comincia a fare in autonomia e responsabilità».
I tredici giovani di San Bonaventura con il parroco trascorreranno la prima domenica a Palermo, presso la parrocchia Santa Luisa de Marillac, comunità d’origine di Emilio, dove parteciperanno all’eucaristia. Nei giorni successivi ascolteranno la testimonianza di un ex alunno di don Pino e di alcuni suoi collaboratori.
Particolarmente curati saranno i momenti di preghiera.
«Come un filo rosso ci terrà uniti nella preghiera la vicenda biblica di Giuseppe venduto dai suoi fratelli – aggiunge don Berto – che rilegge il suo percorso vocazionale come offerta di salvezza e futuro per un popolo. Crediamo che in quest’anno che ci vede impegnati a far memoria del 50° della nostra parrocchia, sia un buon modo per esserci con tutta la ricchezza, la dolcezza, la coerenza del nostro essere discepoli di Gesù».
«Da un po’ di tempo aspettavamo un campo per i giovani – confida Giorgia Geron, una delle partecipanti – dopo l’esperienza delle settimane di fraternità in canonica, durante la quaresima, questo viaggio diventa un momento significativo di condivisione e amicizia. In questi giorni Emilio ci ha preparati raccontandoci alcuni passi della vita di padre Puglisi».
«Mi hanno colpito le parole “semplicità e quotidianità”, che descrivono lo stile di don Pino. Parto in semplicità, con poche aspettative, ma tanta voglia di assaporare ciò che Palermo ci potrà donare nella quotidianità».