Ad Arten prende avvio l'anno pastorale dopo “una sosta” che rigenera
Un incontro per dare avvio all'anno pastorale, per ritrovare vigore e nuova vitalità: tutti gli operatori parrocchiali di Arten, per la prima volta riuniti, si sono interrogati sul senso dell'impegno pastorale e sul futuro della loro comunità.
È partito con un incontro di riflessione e programmazione, tenutosi l'8 ottobre dai padri Canossiani di Fonzaso, l'anno pastorale per la comunità di Arten.
In linea con gli orientamenti pastorali della diocesi, che invitano a “una sosta”, la parrocchia si è ritrovata, con il consiglio pastorale parrocchiale e quello per la gestione economica, gli operatori della catechesi e iniziazione cristiana, della liturgia e del canto e chi si dedica alla pulizia e manutenzione della chiesa, per riflettere su ciò che è stato fatto e sulla fisionomia della comunità cristiana, per poi proseguire il cammino in modo più consapevole ed efficace.
«Per la prima volta – sottolinea il parroco don Arnaldo Visentin – ci siamo trovati tutti insieme per esprimere opinioni e impressioni sul nostro essere comunità. L'invito è stato accolto con grande gioia ed è stato un momento importante di condivisione. Ogni gruppo ha la sua attività, ma dobbiamo pensare che non siamo un'isola e siamo anche parte di una diocesi. Il lavoro collettivo è fondamentale e in questo le unità pastorali sono indispensabili perché permettono una sorta di “travaso” delle competenze e delle persone stesse».
Una difficoltà emersa dall'incontro riguarda proprio il ricambio generazionale, la fatica a trovare persone nuove
«Forse da troppo tempo – spiega Giocondina Toigo, vicepresidente del consiglio pastorale parrocchiale – molte persone sono rimaste ai margini della vita cristiana e hanno affidato ad altri le attività della parrocchia. Non è questa la comunità “pulsante”, viva, generosa, pronta a spendersi per il vangelo. È necessario che accanto ai volti noti della comunità, si affianchino altri volti nuovi, che percorrano per un certo tempo un cammino assieme, finché si passa il testimone e un altro membro della comunità andrà ad affiancare questi ultimi. In questo modo la comunità si rigenera, trova vitalità nelle forze nuove, si allarga e si rinvigorisce».
L'incontro di avvio ha permesso a tutti gli operatori di rendersi conto che è necessaria una maggiore responsabilità da parte dei laici e una maggiore consapevolezza del loro ruolo nella chiesa.
«Nella nostra parrocchia – conclude don Visentin – alcuni gruppi funzionano da tempo, come i cantori che sono molto uniti e motivati e animano con passione la messa. In altre attività invece è necessario spingere, spronare, incoraggiare. L'impegno adesso è rivolto al percorso di iniziazione cristiana che deve essere inteso come un cammino che coinvolge la famiglia e offre agli adulti la possibilità di avvicinarsi e approfondire la loro fede».