Lo sguardo onirico sul mondo di Alessandra Carloni. Nelle sue opere ci invita a seguire i sogni
Con l'opera "Cammino naturale", l'artista romana ha messo piede per la prima volta all'Arcella, invitata dall'associazione Domna che, assieme ad altre associazione, sta dando nuova vita a uno spazio collettivo chiamato Alveare Arcella nel piazzale Azzurri d'Italia. Nelle sue opere, che siano quadro o murales, ci invita a vivere scenari onirici e colorati come in uno sfondo di Hayao Miyazaki e dello Studio Ghibli. La leggerezza che lega i suoi interventi e i personaggi appartengono a un altro mondo, color pastello, fatto di pennuti, tartarughe marine, balene - animati ma di ferraglia - che vorticano in luoghi eterei governati da figure umane sospese.
Se volessimo affidare la nostra sospesa spensieratezza nelle mani – anzi nei pennelli – di qualche artista, la scelta cadrebbe su Alessandra Carloni. Nelle sue opere, che siano quadro o murales, ci vorremmo tuffare, osservare da privilegiati uno scenario onirico e colorato come in uno sfondo di Hayao Miyazaki e dello Studio Ghibli. La leggerezza che lega i suoi interventi e i personaggi appartengono a un altro mondo, color pastello, fatto di pennuti, tartarughe marine, balene - animati ma di ferraglia - che vorticano in luoghi eterei governati da figure umane quasi diafane.
Tutto questo c’è anche nel murale “Cammino naturale” che l’artista romana ha realizzato all’Arcella, quartiere a nord di Padova, su una parete che si affaccia sul giardino di piazzale Azzurri d’Italia. Invitata agli inizi di maggio dall’associazione Domna che, assieme ad altre associazione, sta dando nuova vita a uno spazio collettivo chiamato Alveare Arcella, Alessandra Carloni ci accompagna in un paesaggio dalla folta e bizzarra vegetazione, bizzarro come il cigno meccanico che trasporta una casa di legno dalla cui finestra sbuca un volto femminile.
Nelle sue opere non c’è mai staticità e in questo cammino fatto di viandanti c’è anche un ragazzo con il suo bagaglio di vita e, proprio come la ragazza, non ha gli occhi definiti:
«Racconto un mondo onirico perché per me il sogno è riflesso della vita – racconta Alessandra Carloni – Mi piace rappresentare questa eterna fanciullezza che incarno nel protagonista che spesso torna nelle mie opere, un viaggiatore che non ha occhi perché è come se dormisse. Ma il suo profilo non definito, il suo non essere riconoscibile è perché ognuno di noi si può rispecchiare in quello che vede e raccontare il fanciullino che risiede nella nostra anima. E perché no, magari a esserlo anche in età adulta».
L’incontro tra l’artista e l’associazione Domna, sensibile a Padova nel veicolare messaggi positivi, di bellezza e di condivisione con la street art come il murale lungo via Pierobon , è avvenuto nel 2020 all’interno di un’asta di beneficenza a supporto delle donne vittime di violenza, promossa dallo street artist romano Maupal e condiviso da diverse realtà associative.
Alla sua sensibilità artistica, dunque, Domna ha chiesto di dipingere la parete della nuova sede associativa, un luogo di comunità nel quale già hanno trovato spazio l’associazione Mimosa, Coges, Razzismo Stop con corsi di italiano con performance teatrali, MetaArte e laboratori coordinati dall’istituto Valle. Al martedì mattina, giorno di mercato, la consulta di quartiere avrà uno sportello di un paio di ore per ascoltare le richieste degli arcellani.
Nei tre giorni di permanenza dell'artista, sono stati anche realizzati laboratori di stencil art con i ragazzini del quartiere. La multiculturalità che ha visto nei giorni padovani le ha ricordato un po’ Torpignattara, il quartiere di Roma dove tra l’altro ha il suo studio, ma il suo sguardo può essere prezioso se si vuol provare ad avere una comprensione meno provinciale e più ad ampio raggio dell’Arcella.