"Pane dal Cielo". Sabato 13 aprile al Cinema Esperia film e raccolta di indumenti per i senza dimora
Sabato 13 aprile, alle 21, al Cinema Esperia di via Chiesanuova 90, sarà proiettato il film "Pane dal cielo". La serata, organizzata in collaborazione con le parrocchie del vicariato di San Giuseppe, Caritas e Comunità di Sant'Egidio, vedrà la testimonianza delle associazioni organizzatrici e una raccolta di indumenti per i senza dimora.
Lilli e Annibale vivono nella città di Milano. Dormono nei pressi della Bicocca, vicino alla stazione Greco – Pirelli. Annibale ha circa cinquant’anni; Lilli più o meno quaranta. La notte di Natale Lilli e Annibale trovano un neonato dentro un cassonetto. E’ un maschietto sano, scalciante. I due cercano di riportarlo al più vicino ospedale pediatrico ma quando arrivano,assistono a un evento straordinario: nessuno dei dottori e degli infermieri può vederlo. La scena è surreale: Lilli e Annibale issano il bambino davanti ai loro occhi e quelli vedono solo aria, niente di niente, nessun neonato.
Ma non è così per tutti. C’è qualcun altro, oltre ad Annibale e Lilli, che riesce a vedere il piccolo. Sembra che il bambino sia invisibile per lo più alla gente che vive nelle case. I due senzatetto si ritrovano così improvvisati genitori di una creatura davvero speciale. Al deposito della stazione Lambrate, dove decidono di accudire il piccolo, si genera una piccola comunità: un’eterogenea famiglia di senza dimora di ogni tipologia e provenienza. Cosa crea questa differenza tra le persone? Perché solo alcuni possono vedere il bambino? E’ necessario rimettere insieme un complesso puzzle, prima di capire cosa distingue gli uni dagli altri. Diventa però chiaro che il bambino è portatore di un messaggio che deve essere diffuso. Aiutati da un giovane blogger e da una signora benestante preoccupata per il comportamento di suo figlio, la comunità riesce a farsi sentire dalla gente che vive nelle case.
La notizia del bambino si diffonde rapidamente, radunando un numero sempre crescente di persone. E così l’avvento del bambino diventa motivo di cambiamento. Il suo messaggio s’insinua in cuori inaspettati: anche in persone che governano i sistemi finanziari, responsabili di molte ingiustizie del nostro tempo. E’ una nuova opportunità per tutti. Per Annibale e Lilli, così come per tutti gli uomini.
Le parole del regista
“Pane dal cielo” vuole essere un film che accende i riflettori sulla vita dei cosiddetti “Senza Dimora” che sopravvivono a Milano. Ogni giorno che passa è per questa gente un vero calvario, una vera e propria sofferenza. L’ispirazione è nata frequentando L’Opera San Francesco, è otto anni che faccio il volontario nella mensa dove nasce la storia del film. Ho conosciuto tante persone con storie disgraziate alle spalle che le hanno portate a perdere la direzione e l’autosufficienza. Ho imparato a regalare loro un sorriso, un semplice “buonasera”, una pacca sulle spalle per fargli capire che non sono soli. Ho capito anche che noi siamo loro, basta veramente poco per trovarsi per strada.
Papà separati, pensionati con il minimo della pensione, gente che viene a Milano a cercare fortuna ma poi si ritrova per strada, imprenditori falliti, operai senza lavoro perché le fabbriche hanno chiuso, profughi di vari paesi ed etnie. Potrei scrivere mille casi diversi. In questi anni ho assimilato tante emozioni e disperazioni finché, parlando con il mio amico autore Sergio Rodriguez, è nata la voglia di dare luce a questo mondo di sofferenza con una storia di speranza.
L’idea del bimbo che si vede e non si vede vuole simbolizzare la realtà dei disperati che non vogliamo vedere. Una storia vera senza filtri però con un percorso di speranza e dignità perché è di questo che i senza dimora hanno bisogno. Nel mio cuore voglio anche che il film produca i suoi utili e che questi vadano alle associazioni milanesi che aiutano ogni giorno chi ha bisogno.