Giovani. Gubitosi: “Giffoni non è solo un Festival, ma un metodo, un approccio, uno stile di vita”
“È stata una grande festa delle emozioni il concorso di quest’anno. Ovviamente hanno vinto i film che hanno ottenuto maggiori consensi ma hanno vinto tutti coloro che ci hanno portato sullo schermo la capacità di stupire, il desiderio di libertà, di vivere fuori dagli schemi”, ci racconta il fondatore del Gff
L’edizione 2022 del Giffoni Film Festival, che ha avuto per tema “Invisibili”, si è chiusa con numeri che danno il senso del suo successo. Sono stati coinvolti oltre 5.000 juror provenienti da 35 nazioni, più di 250 ospiti e 118 opere in concorso. Web, social, sito e stampa restituiscono l’immagine di un Festival che piace sempre di più: 300mila visualizzazioni in 10 giorni per il sito www.giffonifilmfestival.it, con 50mila nuovi utenti. Un vero boom sui social con una crescita vertiginosa in termini di contatti e, poi, l’attenzione della stampa con 565 articoli di carta stampata, 3.799 articoli dal web, 170 servizi televisivi delle reti nazionali. In totale sono state raggiunte in questi dieci giorni circa 400 milioni di persone. Dell’edizione appena conclusa, con lo sguardo sempre puntato al futuro, parliamo con Claudio Gubitosi, ideatore e fondatore di Gff.
Che bilancio può fare di #Giffoni52? Quali i numeri di questa edizione 2022?
I numeri di questa edizione che si è appena conclusa sono davvero da capogiro. Si tratta di dati incredibili, che testimoniano e confermano la voglia di Giffoni che c’è nel mondo. Se mettiamo insieme le visualizzazioni del nostro sito, i dati dei nostri account social, i servizi di stampa, tv, radio e web arriviamo ad oltre quattrocento milioni di contatti. A questi dati incredibili va aggiunta la narrazione che ho scelto di fare sui miei canali social. Per quest’edizione, così speciale e così importante, ho deciso di stare ancora di più in mezzo ai juror, alle famiglie, a quelli che sono i veri protagonisti di Giffoni. L’ho fatto attraverso dei video che hanno avuto il merito di raccontare il Festival ed i suoi luoghi senza filtri. Ebbene, questo mio racconto social è stato seguitissimo con 2,8 milioni di utenti, 150mila minuti di visualizzazione dei video e 300mila contatti che hanno seguito le dirette.
Il tema scelto quest’anno è stato molto apprezzato anche da Papa Francesco, come dimostra il saluto che vi ha rivolto all’Angelus, qualche giorno prima dell’inizio del Festival. Come avete dato voce agli “invisibili” durante Giffoni?
Il saluto che il Santo Padre ha inteso tributarci nel corso dell’Angelus del 17 luglio scorso, a pochi giorni dall’inizio di #Giffoni52, è stato un momento di fortissima emozione per tutti noi.
Papa Francesco ha fatto riferimento al tema di quest’anno, “Invisibili”, che ha una forte connotazione civile, ma anche religiosa. Il suo apprezzamento è stata la conferma più bella della bontà della nostra scelta. Sentivamo di aver intrapreso la strada giusta, l’assenso del Pontefice è stata un’iniezione di energia potentissima.
Gli invisibili sono ovunque. Spesso i ragazzi lo sono. Abbiamo dato voce ai nostri Giffoner come sempre facciamo rendendoli protagonisti, liberandoli dal peso del giudizio degli altri. A Giffoni tutti sono i benvenuti, nessuno deve sentirsi escluso. L’unicità di ciascuno è una risorsa, un talento, un’energia utile e necessaria.
Qual è il filo conduttore, secondo lei, dei film premiati dai giovani giurati?
Il filo conduttore sono le emozioni. I nostri giurati hanno scelto le storie intense come il racconto di una suora coraggiosa e di vite al limite, le paure, le tensioni di ragazzi cresciuti in fretta, i progetti di cambiamento, le grandi sfide da superare, i pregiudizi che rendono “invisibili” ma che poi vengono superati perché è la vita che è fatta così, ti stupisce e spesso supera l’immaginazione. I Giffoner hanno scelto proprio questo: lo stupore, la meraviglia, la voglia di superare gli schemi.
È stata una grande festa delle emozioni il concorso di quest’anno.
Ovviamente hanno vinto i film che hanno ottenuto maggiori consensi ma hanno vinto tutti coloro che ci hanno portato sullo schermo la capacità di stupire, il desiderio di libertà, di vivere fuori dagli schemi. D’altronde è così che i giovani vivono, in maniera libera, provando sentimenti estremi, senza condizionamenti e senza scendere mai a compromessi.
I giovani sono stati ancora una volta i protagonisti di Giffoni: come possono esserlo anche per un futuro migliore in Italia e soprattutto nel Sud?
Quella che viene a Giffoni è una gioventù capace, autodeterminata, intelligente. Durante il Festival questi ragazzi hanno dimostrato che nessuno si può permettere più di parlare per conto loro. La libertà di questi ragazzi è intoccabile e non permetterò a nessuno di inquinarla. Viviamo in una condizione di crisi generale di un Paese che non riesce più ad essere se stesso. Ogni ragazzo che è stato a Giffoni ha la possibilità di cambiare le regole dei luoghi in cui vive. Sappiamo di essere un esempio, ma quest’esempio ha senso se riusciamo a trasmetterlo. Ai ragazzi sento di dire: candidatevi e cambiamo quest’Italia. Gli adulti devono avere fiducia nei nostri giovani.
Questa generazione è fatta di campioni. Sono la bella gioventù.
Sono mille mondi in comunicazione, in movimento. Ognuno di loro è un patrimonio dell’Italia e può cambiare le sorti del proprio Paese. In particolare per il Sud Italia che ha bisogno di nuove energie e di una ventata di novità.
Sud e innovazione: un binomio possibile? Guardando a Giffoni sembra di sì…
Assolutamente sì.
Giffoni ormai da anni punta sull’innovazione, attraverso uno specifico dipartimento che ormai è riferimento a livello nazionale ed internazionale soprattutto per quanto riguarda il tema della sostenibilità, della creatività, della digitalizzazione.
Abbiamo ottenuto risultati straordinari e dialoghiamo con prestigiosissimi partner che riconoscono a Giffoni coerenza, affidabilità, serietà, Il nostro obiettivo resta quello di dare un contributo determinante per fare della Campania la Regione più creativa d’Europa. In questo senso la capacità di fare innovazione è determinante.
Quale è stata l’evoluzione di Giffoni in questi anni e cosa sarà il futuro? Quali novità ci saranno?
Giffoni è una realtà in continuo movimento. È questa la sua essenza più autentica. Giffoni cambia pelle continuamente.
Distrugge ciò che è stato per costruire il futuro. C’è un processo di palingenesi che è interessantissimo perché presuppone un processo creativo di grande importanza. Detto questo, se abbiamo da pochissimo concluso un’edizione di grande successo, stiamo già pensando al prossimo anno e ai nuovi obiettivi che intendiamo centrare. Abbiamo in itinere dei grandi cambiamenti infrastrutturali con la nascita del nostro Museo e la realizzazione dell’Arena per i grandi eventi. E, poi, ci sono gli Studios ed il Campus. Nei prossimi mesi ospiteremo le prime start up creative che saranno a Giffoni con l’obiettivo di fare rete e costruire opportunità.
Tutto questo fa capire il valore di Giffoni che non è un Festival, o almeno non solo. Ma che è sempre di più un metodo, un approccio, uno stile di vita.