“Salviamo i fiumi e i loro boschi”: appello di WWF per la Giornata mondiale
Ricorre il 22 settembre il World River Day, promosso dalla International River Foundation. Solo il 41% dei corsi d'acqua ha raggiunto il “buono stato ecologico” richiesto dalla Direttiva Quadro Acque
ROMA - “Salviamo i fiumi e i loro boschi”: è l'appello lanciato da WWF Italia in occasione del World River Day, promosso dalla International River Foundation. Grave è infatti lo stato di degrado e costante la minaccia di interventi devastanti e controproducenti di manutenzione idraulica: solo il 41% dei nostri fiumi ha raggiunto il “buono stato ecologico”, richiesto dalla Direttiva Quadro Acque (2000/60/CE) e ancor più grave è la situazione dei laghi, di cui solo il 20% è “in regola” con la normativa europea. Anche “la biodiversità acquatica è in forte crisi – ricorda WWF -: il nostro patrimonio ittico, ad esempio, unico ed estremamente importante è costituito da oltre 100 specie, di cui però meno della metà sono autoctone (oltre il 50% sono specie aliene!) e di queste buona parte sono endemismi o sub endemismi. Si tratta per la maggior parte di specie a rischio: 2 specie di pesci sono orami considerate 'estinte in Italia', come lo storione ladano (Huso huso) e lo storione comune (Acipenser sturio), anche se recentemente, grazie ad alcuni progetti LIFE, si sono rivisti individui risalire il Po, 11 specie sono in “pericolo critico”, 6 “in pericolo” e 8 “vulnerabili” (dalla Lista rossa dei vertebrati italiani, Ministero dell’Ambiente, Federparchi, IUCN com.it, 2013)”.
In questa situazione gravissima, osserva WWF, “sono stati approvati una serie di deleteri provvedimenti legislativi il cui combinato disposto rischia di non lasciare scampo agli ecosistemi d’acqua dolce”. Tra questi, il “Piano nazionale per la mitigazione del rischio idrogeologico”, che “ripropone una logica di interventi di emergenza, al di fuori di un’ottica di bacino idrografico, dove ogni Regione, grazie al rinnovo dei poteri commissariali ai Governatori regionali che possono agire anche in deroga 'ad ogni disposizione vigente', può fare ciò che vuole”, continua WWF.
Sono poi stati recentemente rinnovati gli incentivi per gli impianti di mini-idroelettrico lungo i corsi d’acqua naturali, nonostante il comprovato impatto ambientale e una procedura EU pilot avviata dalla Commissione europea nei confronti dell’Italia. Infine, si continua a fare la “manutenzione” lungo i fiumi attraverso tagli a raso dei boschi ripariali ed escavazioni in alveo, favorendo una diffusa speculazione locale grazie alla possibilità, lasciata alle ditte di intervento, di ripagarsi il lavoro con la legna tagliata o il materiale escavato. Per questo vi sono petizioni in corso, denunce, azioni di disobbedienza civile e il WWF ha lanciato “una campagna per la tutela dei boschi ripariali, chiedendo l’aiuto di tutti per avere segnalazioni di scempi lungo i fiumi, perpetrati anche nei luoghi più remoti. Si tratta di interventi generalmente fuorilegge, che il più delle volte aggravano le condizioni di sicurezza e distruggono la biodiversità fluviale. Rinnoviamo infine la richiesta al Ministero dell’Ambiente e alle Regioni, perché sia urgentemente avviata un’azione diffusa di rinaturazione fluviale, fondamentale per l’azione di adattamento ai cambiamenti climatici”.