Rsa, quei direttori che non rispettano le regole: Orsan scrive a Fedriga

Il comitato denuncia “l’atteggiamento di chiusura totale verso le visite dei familiari” in alcune Rsa. “L’alibi è la protezione dei soggetti fragili dall’incremento dei contagi a causa della variante delta, ma tutti i 500 mila ospiti, violentati da quarantene allucinanti, sono risultati negativi”

Rsa, quei direttori che non rispettano le regole: Orsan scrive a Fedriga

“In questi giorni torridi oltre al Covid e al caldo c’è un altro fenomeno che dilaga a macchia d’olio all’interno delle Residenze Sanitarie Assistite italiane: l’intrepido atto insurrezionale dei Direttori Sanitari delle stesse che, con la complice indifferenza delle Regioni, si rifiutano di applicare una legge dello Stato e la sua circolare attuativa”: inizia così la lettera che il comitato Orsan ha inviato al presidente della Conferenza delle Regioni Fedriga, a tutti i presidenti di Regione e al coordinatore degli Assessori alla Salute Donini. Il presidente del comitato, Dario Francolini, fa riferimento alle “centinaia di storie di soprusi, vessazioni, decisioni illogiche e incomprensibili verso gli oltre 500 mila 'ospiti' residenti nelle circa 4,5,6,7 mila Rsa italiane, in quanto nessuno oggi ne conosce esattamente numero e ubicazione, nonché proprietà. Il filo rosso che lega queste storie – continua - raccontateci dagli oltre 2 milioni di familiari – nipoti, figli, sorelle, mogli e mariti – è uno strano mix di coraggio e codardia che dimostra quanto il socio-sanitario in Italia abbia fatto flop e necessiti di un ripensamento totale, con nuove norme che pongano davvero al centro la dignità umana e la cura della persona e dei suoi familiari, caregiver”.

In particolare, viene denunciato “l’atteggiamento di chiusura totale verso le visite dei familiari nelle Rsa, scardinate grazie all’ordinanza del Ministro della Salute, oggi convertita in legge e, poiché non attuata da Regioni, ATS, Rsa e Rds oggetto di una circolare chiarificatrice e attuativa, quella del 30 luglio scorso. Molti dei funzionari preposti a decidere su entrate e uscite – fa notare Francolino - non sono stati scelti secondo test psico-attitudinali che misurassero l’empatia, il problem solving e le capacità di leadership. L’unico requisito richiesto a questa sorta di sedicenti notai è la capacità di applicare alla lettera centinaia di check list, frutto della burocrazia medio-risorgimentale che attanaglia l’Italia e che l’Europa ci esorta ad abbandonare. Per questo – continua - diventa paradossale che direttori sanitari delle RSA, Aziende Territoriali Sanitarie Locali con il silenzio assenso dei governatori e dei loro assessori alla Salute, per la prima volta compiono un atto di sedizione nei confronti del sistema. In pieno stato di emergenza, decidono infatti di ribellarsi, di alzare la voce, solo verso i deboli e stremati familiari e di rifiutarsi di applicare, leggi e circolari emanate dal ministero della Salute”.

Il motivo? “L’alibi con cui questi capitani coraggiosi si fanno scudo è la protezione dei soggetti fragili dall’incremento dei contagi a causa della variante delta. Purtroppo smentiti dai fatti in quanto stiamo leggendo sui giornali locali che nonostante la presenza di operatori sanitari positivi (il vero problema di molte RSA) tutti ma proprio tutti i 500 mila ospiti, violentati da quarantene allucinanti, sono risultati negativi. Ma certo che funziona la protezione, altrimenti come potremmo essere usciti da questo incubo in cui siamo precipitati nel febbraio 2020. E’ l’assunto su cui si basa il futuro del genere umano! Il vaccino funziona senza se e senza ma, per cui due persone con Green Pass possono incontrarsi in sicurezza più volte alla settimana a prescindere dall’età e salvo controindicazioni mediche”.

La richiesta è quindi che “la gestione delle Rsa, passi in capo ad organi di controllo in grado di 'domare' gli insorti. A costo di apparire retorico chiudo con un richiamo democratico. Nessuno in democrazia è al di sopra della legge. Fa parte del nostro patto costituente. Quindi chi non si riconosce nelle norme della Costituzione Italiana e nelle leggi e circolari degli organi di governo deve essere punito o invitato a lasciare la posizione che occupa”.

Chiara Ludovisi

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)