Rifugiati, l’italiano s’impara coltivando l'orto
A Trento il progetto “Coltiviamo l’italiano” che coinvolge volontari dell'Auser e richiedenti asilo. “Cerchiamo di fare è di dare loro una idea di futuro aspettando che l’orto cresca”
Niente aule e banchi, ma un grande spazio aperto vicino alle montagne. Niente libri e quaderni ma semi, tuberi, cespi di insalata e zucchine. L’italiano si può imparare coltivando un orto. Libri e quaderni hanno lasciato il posto agli strumenti per coltivare la terra ma, soprattutto, alla conversazione fra volontari e migranti. Sono gli ingredienti del progetto “Coltiviamo l’italiano” un mix fra agricoltura e formazione linguistica per stranieri. Protagonisti dell'iniziativa, presso la residenza Fersina a Trento, sono i volontari dell'Auser del Trentino e i richiedenti asilo accolti nella struttura del capoluogo.
L'orto si trova a pochi passi dall'edificio principale e dai moduli abitativi che compongono la principale sede di accoglienza dei migranti richiedenti protezione internazionale sul territorio provinciale. E così coltivando la terra e raccogliendo i suoi frutti, fra le cassette con pomodori, fagiolini, cetrioli e cavoli cappucci, si fa conversazione, si impara la lingua e un mestiere, si socializza. Storie di vita che si intrecciano, calpestando insieme la terra, faticando e sorridendo per il buono che si raccoglie.
Il progetto partito a marzo dello scorso anno è ora ripreso dopo la fine del lockdown, con tutte le precauzioni sul distanziamento fra le persone e le misure di sicurezza, come mascherine e gel igienizzanti. Una parte del corsi si svolge in aula. “Il progetto è un vero corso di italiano, pratico però. - spiega un volontario dell’Auser - Noi non scriviamo, ma parliamo con i ragazzi e gli insegniamo le parole legate alla terra, alle verdure che si coltivano in un orto. Gli raccontiamo in modo semplice come si fanno da noi gli orti, come si coltivano. Insieme abbiamo realizzato un orto biologico con tanto di impianto di irrigazione. E loro hanno imparato cose che non conoscevano. Non è stato facile all’inizio. Alcuni erano demotivati con brutte storie alle spalle, ma quello che cerchiamo di fare è di dare loro una idea di futuro aspettando che l’orto cresca”.
I prodotti tutti biologici vengono acquisiti dal Gas in cambio di un'offerta. Il ricavato serve per dare un riconoscimento ai partecipanti e all'acquisto dell'attrezzatura e delle sementi.