Meno capricciosi ma più tristi: i bambini dopo un anno e mezzo di pandemia
Indagine dall'Università Bicocca e dalla Società Italiana Cure Pediatriche su 3 mila famiglie in Lombardia. Aumento dei device digitali in mano ai bambini: ne possiede uno il 58,4% in età 6-10 anni
Rispetto al primo lockdown sono ora meno irritati e fanno meno capricci, ma continuano ad avere problemi di alimentazione e sonno. È quanto emerge dalla seconda edizione della ricerca dell'Università Bicocca "Bambini e lockdown, la parola ai genitori", realizzata in collaborazione con la Società Italiana delle Cure Primarie Pediatriche (SICuPP Lombardia) e con “Bambini Bicocca”, spin off dell’Università. La prima ricerca era stata svolta nel maggio 2020, appena terminato il lockdown. Con la seconda edizione, si è cercato di capire cosa è cambiato.
Uno dei dati più interessanti è l'aumento dei “device digitali” in mano ai bambini. il 58, 4 per cento di quelli in età 6-10 anni possiede un device personale, contro il 23,5% del primo lockdown. Anche l’età si abbassa: avevano un cellulare il 9,2 per cento dei bambini dagli 1 ai 5 anni, ora lo possiede il 14,5 per cento. Ne è diretta conseguenza un forte aumento di utilizzo anche fuori dall’uso didattico, in particolare per i bambini 6-10 anni (il 52,5 per cento). “Il digitale, con la pandemia - afferma Paolo Ferri, uno dei ricercatori della Bicocca - è divenuto un elemento sempre più presente nella vita dei bambini. Le famiglie lo percepiscono come un elemento 'naturale' del loro mondo. Non si può tornare indietro o imporre divieti. Si tratta, invece, di formare i genitori, gli insegnanti e i bambini ad un uso consapevole, critico e creativo dello smartphone. Va, infatti, evitato che lo smartphone si trasformi in una "baby sitter" o peggio in un "dispenser" di stili di vita standardizzati e di prodotti commerciali! Un compito sfidante e complesso per i genitori e per tutti coloro che si occupano professionalmente di bambini”.
Sono oltre 3mila le famiglie intervistate, sia durante la prima indagine che nella seconda, residenti in Lombardia. "Alimentazione e sonno - afferma Marina Picca, Presidente SICuPP Lombardia- continuano a essere messi a dura prova. Rispetto ai dati del 2020 abbiamo osservato un miglioramento, ma persistono elementi di preoccupazione. Un dato nuovo non indagato nella ricerca del 2020 è la presenza di malessere fisico nei bambini soprattutto in età scolare. La persistenza di alcuni comportamenti che testimoniano malessere della salute mentale e fisica destano preoccupazione e impongono la necessità di investire maggiormente nel sostenere i bambini, i genitori e le famiglie".
I genitori dei bambini da uno a cinque anni hanno registrato in questi mesi una diminuzione dell’irritabilità e dei capricci (63 per cento contro l’81 del 2020), anche se un quarto degli intervistati denuncia un sentimento di tristezza/malinconia nei figli. Alimentazione e sonno mostrano ancora le decise alterazioni riscontrate l’anno passato: restano sia il dato della riduzione di appetito (oltre il 37 per cento) spesso accompagnata da un aumento del consumo di snack (44 per cento) sia la difficoltà nell’addormentarsi (38,6 per cento) con aumento della frequenza dei risvegli notturni (oltre il 56 per cento). Sul fronte delle relazioni, ai bambini in età prescolare è pesato molto non giocare con altri bambini (il 60 per cento) e non poter uscire liberamente (circa il 30 per cento).Per quanto riguarda i bambini da 6 a 10 anni, un dato nuovo, non indagato nella prima edizione dell’indagine, è la presenza o meno di disturbi di "malessere" fisico nei bambini: ne hanno sofferto circa il 40% dei bambini della scuola primaria (in particolare cefalea, mal di pancia, stanchezza, disturbi agli occhi).
E in famiglia? Soprattutto per l'età della scuola primaria (6-11) è stato osservato un peggioramento del rapporto adulti-bambini (dall’11.4% del 2020 al 21.6% del 2021), dato in controtendenza con la prima rilevazione del 2020. Un dato che testimonia la stanchezza emotiva del sistema-famiglia.
Il rapporto famiglia-scuola, infine, come sottolineano i genitori nella quasi totalità, ha ben tenuto: lo dimostra, ad esempio, la percentuale dei bambini di entrambe le fasce d’età che hanno reagito alla nuova chiusura scolastica dell’aprile 2021 con tristezza nel 50% dei più piccoli e 65% dei più grandi.
Dario Paladini