E’ morto Gianni Rufini, direttore generale di Amnesty Italia
Una lunga esperienza di diritti umani e aiuto umanitario. Il presiedente Russo: "Riceviamo in eredità un movimento più grande, più forte e più ‘combat’, parola che lui amava molto. È con gratitudine e grande dolore che, oggi, lo salutiamo"
E’ morto Gianni Rufini direttore generale di Amnesty International Italia dal 2014. Era nato e viveva a Roma, sposato, con due figli. Lo annuncia l’organizzazione che lo ricorda con le parole del presidente Emanuele Russo: “Per noi, Gianni è stato la persona che, entrata in un momento di forte difficoltà per la nostra organizzazione in Italia, ci ha fatto uscire dal guado e permesso di ritornare a pensare in grande. Lavorare con lui è stato un onore, non solo per la costante spinta a crescere e innovarsi che da sempre ha caratterizzato il suo carisma, ma anche perché, con la sua eccezionale esperienza sui diritti umani, ci ha permesso di diventare migliori. Oggi riceviamo in eredità un movimento più grande, più forte e più ‘combat’, parola che lui amava molto. È con gratitudine e grande dolore che, oggi, lo salutiamo”.
Gianni Rufini aveva lavorato come esperto di diritti umani e aiuto umanitario in Africa, Medio Oriente, Asia, Balcani e America Latina. Dal 1997 al 2001 era stato direttore del coordinamento europeo delle Ong umanitarie “Voice”, con sede a Bruxelles e aveva lavorato per numerose Ong italiane e straniere, per diverse agenzie delle Nazioni Unite e altre organizzazioni internazionali.Dal 1996 era Senior Associate della Post-war Reconstruction and Development Unit dell’Università di York, dove aveva ricevuto, nel 2019, la laurea ad honorem. È stato direttore di ricerca per il Cespi e coordinatore di corsi presso l'Ispi a Milano. Ha insegnato in numerose università italiane e internazionali ed è stato autore di varie pubblicazioni.