Diritti, Rufini (Amnesty): la pandemia la pagano i poveri
Il direttore generale nel corso della video conferenza di presentazione del rapporto annuale 2019 -2020 dell'ong. "Sfruttata per imporre politiche ancora più repressive. Ha fatto anche esplodere il problema delle disuguaglianze"
"La pandemia è stata sfruttata per imporre politiche ancora più repressive, per avviare un nuovo giro di vite per quanto riguarda la libertà di espressione, come è successo in Polonia, Ungheria o Bielorussia. La questione del Covid-19 ha fatto anche esplodere il problema delle disuguaglianze, che a partire dagli anni '80 sono andate crescendo e che hanno bisogno di governi autoritari per continuare a esistere". Così il direttore generale di Amnesty International Italia, Gianni Rufini, nel corso della video conferenza di presentazione del rapporto annuale 2019 -2020 dell'ong.
Secondo Rufini, la pandemia ha fatto emergere discriminazioni ai danni dei migranti "accusati in Paesi come in Malesia di aver portato la malattia e per questo arrestati o isolati dal resto della popolazione", ma anche verso le donne: "In Afghanistan praticamente - ha detto il direttore - queste non hanno più accesso all'assistenza sanitaria, neanche per problemi che non hanno nulla a che vedere con il Covid-19".
Per Rufini, in diversi Paesi "sono stati arrestati giornalisti o blogger che cercavano di dare informazioni sull'emergenza". "Emergenza che in diverse realtà non è stata proprio dichiarata per non doverla gestire - ha aggiunto il direttore - consapevoli che a pagarne le conseguenze saranno sempre le fasce più vulnerabili".
Dire - www.dire.it