Dipendenze. Intercear al governo: “Riaccenda faro su tema. Leggi attuali inadeguate”
Dopo l’assemblea nazionale tenutasi a Roma nei giorni scorsi, il Coordinamento degli enti accreditati per le dipendenze chiede un segnale al nuovo esecutivo. Biagio Sciortino, portavoce nazionale: “Da questo governo ci aspettiamo una grande attenzione”
ROMA - Il mondo delle dipendenze è cambiato e le leggi attuali non sono più adeguate: al governo la richiesta di un segnale. A chiederlo è Biagio Sciortino, portavoce nazionale del Coordinamento Nazionale dei Coordinamenti Regionali degli Enti Accreditati per le dipendenze (Intercear) che nei giorni scorsi si è riunito a Roma per l’assemblea nazionale. “La settimana scorsa, a Roma, abbiamo fatto un lavoro di sintesi che parte da lontano - spiega Sciortino -. Da un paio di mesi stiamo lavorando alla rivisitazione della legge 309/90 e della Legge Lumia, la 45/99. La prima ha trent’anni, la seconda venti. Anche se sono normative valide, il mondo delle dipendenze è cambiato. Oltre a quelle note ci sono anche le dipendenze comportamentali, come il gioco d’azzardo compulsivo, la dipendenza da internet e la legge non è più adeguata”. Al governo, Sciortino chiede innanzitutto di sciogliere le riserve sulla delega alle politiche antidroga. Come accaduto in passato, infatti, il tema non è comparso tra le prime deleghe affidate da Palazzo Chigi, ma il timore è che, come già successo, la nomina di una figura politica di riferimento possa essere rinviata ancora e per parecchio tempo. “Ci aspettiamo che questo governo al più presto dipani la matassa della nomina di un referente che possa diventare per noi un interlocutore - spiega Sciortino -. Da questo governo ci aspettiamo una grande attenzione e che possa riaccendere il faro sul fenomeno delle dipendenze. L’Italia, per molti anni, è stato un punto di riferimento a livello europeo. Oggi siamo tornati indietro e non stiamo sviluppando tutto quel potenziale di rete sociale che abbiamo attivato. È gravissimo. Noi vorremmo rimettere in moto questa macchina”. Nel silenzio della politica, intanto, il mondo dei servizi e delle comunità sta diventando sempre più compatto nel chiedere una maggiore attenzione al fenomeno da parte delle istituzioni. “Intercear ha avuto un ruolo fondamentale nel diventare collante di quella parte del variegato mondo delle dipendenze - aggiunge Sciortino -, fatto di pubblico e privato sociale accreditato e qualificato che non si sedevano ad un tavolo insieme da oltre vent’anni”. All’assemblea tenutasi a Roma la scorsa settimana, infatti, hanno partecipato anche la Società italiana tossicodipendenze (Sitd), la Società italiana patologie da dipendenza (Sipad), la Federazione italiana comunità terapeutiche (Fict) la Comunità di San Patrignano, il Cnca e Federserd. “C’era il mondo delle comunità terapeutiche e dei servizi di prossimità di cui dobbiamo cominciare a parlare, il mondo del pubblico, ma anche delle società scientifiche: per la prima volta ci siamo ritrovati. Mettere assieme tutte queste persone attorno ad un tavolo è il risultato più straordinario”. Un fronte comune che a gran voce, ormai da tempo, sta chiedendo alle istituzioni di indire la Conferenza nazionale che manca all’appello da dieci anni, nonostante la legge stabilisca che debba tenersi ogni tre anni. Eppure sarebbero tanti i nodi da sciogliere, spiega Sciortino. Oltre alla mancanza di un interlocutore stabile del governo, ci sono “i circuiti da riaggiornare, la presa in carico del soggetto, che deve essere multi e pluridisciplinare, non più individuale. Altro punto sono le risorse: il fondo nazionale della lotta alla droga è stato diluito e cancellato ed è finito in un unico calderone facendolo diventare inadeguato e insufficiente”. Mentre si attende una mossa da parte del governo, intanto, la decisione di organizzare una Conferenza autoconvocata entro la prossima primavera è confermata. “È un’idea che noi sposiamo sempre - assicura Sciortino -. In assemblea, inoltre, abbiamo lanciato la proposta di rendere ufficiale ogni due anni un seminario scientifico dove siamo noi ad invitare la parte dello stato e non viceversa”. Un momento di confronto “tenendo ben alta l’asticella della scientificità”, chiarisce Sciortino, e senza “contrapposizioni verso la Conferenza nazionale prevista per legge. Come Intercear non ci vogliamo porre in contrapposizione. Siamo stati e vogliamo rimanere un collante per il sistema”. (ga)