Carcere, in Lombardia e Veneto colloqui sospesi: "Liberalizzare le telefonate"

Lo chiede il garante detenuti di Milano. Per effetto del decreto legge 9 del 2020, non sarà più possibile per i detenuti incontrare i famigliari all'interno degli istituti penitenziari fino al 31 marzo. Maisto: "Detenuti più preoccupati per i familiari fuori che per se stessi"

Carcere, in Lombardia e Veneto colloqui sospesi: "Liberalizzare le telefonate"

MILANO - Dal 2 marzo nelle carceri lombarde e venete sono sospesi i colloqui. I detenuti possono parlare con i parenti solo telefonicamente o via Skype. È quanto prevede il decreto legge n. 9 emanato dal Governo Conte "Misure urgenti di sostegno per famiglie, lavoratori e imprese connesse all'emergenza epidemiologica da Covid-19". All'articolo 10, comma 14, stabilisce infatti che "sino alla data del 31 marzo  2020 i colloqui con i congiunti o con altre  persone cui hanno diritto i condannati, gli internati e gli imputati sono svolti a distanza, mediante, ove possibile, apparecchiature e collegamenti di cui dispone l'amministrazione penitenziaria e minorile o mediante  corrispondenza telefonica". I direttori possono autorizzare per ogni detenuto più colloqui telefonici. Di solito è invece una sola telefonata alla settimana di dieci minuti. La sospensione dei colloqui in carcere è limitata a Lombardia e Veneto, perché sono le regioni in cui sono stati scoperti i primi e principali focolai dell'epidemia. In Lombardia c'è la zona rossa che comprende i 10 comuni dell'area di Codogno, mentre in Veneto il comune di Vo'.  Nelle altre regioni i colloqui in carcere sono invece ancora autorizzati.

Finora nelle carceri milanesi (Opera, Bollate, San Vittore e il minorile Beccaria) i colloqui si erano svolti adottando precauzioni per evitare contagi. E quindi per i detenuti era possibile ricevere la visita di una sola persona per volta. "Era una buona prassi che stava funzionando bene -racconta Francesco Maisto, garante per i diritti dei detenuti di Milano-. Ora con il nuovo decreto legge si ha una regressione". Nel carcere di Opera, tra l'altro, è stata concessa solo una telefonata in più alla settimana, di dieci minuti. "Così si ovvia alla interruzione degli affetti? Bisogna con assoluta urgenza liberalizzare le telefonate, rendere operative le conversazioni via skype". La relativa buona notizia è che al Beccaria da ieri è possibile effettuare i colloqui via skype. "Nelle carceri i detenuti sono più preoccupati per i proprio famigliari fuori che per se stessi - aggiunge Maisto -. Per questo bisogna allargare le possibilità di fare telefonate". Intanto all'interno degli istituti penitenziari milanesi i detenuti stanno partecipando a incontri con infettivologi che spiegano cos'è il coronavirus e quali misure di igiene ciascuno deve adottare per prevenire il contagio.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)