Badanti vaccinate con Sputnik e senza green pass, “a rischio l’assistenza per migliaia di anziani veneti”
A lanciare l’allarme, in previsione della scadenza del 15 ottobre, sono Spi, Fnp e Uilp che rinnovano alla regione la richiesta di fare pressione su ministero e Aifa e di mettere a punto una maggiore organizzazione sulle campagne vaccinali Covid e antinfluenzale
Vaccinate per il loro paese d'origine, ma non per il nostro: è quanto succede a migliaia di badanti, soprattutto est europee, immunizzate con lo Sputnik, il vaccino russo che non è riconosciuto da nessuna agenzia del farmaco. “Dal 15 ottobre queste assistenti familiari si troveranno in una situazione difficile: non possono avere il Green Pass, quindi non possono lavorare a meno di fare continuamente tamponi, ma a spese di chi? Sarà il caos: in Veneto parliamo di migliaia di lavoratrici, e quindi di migliaia di non autosufficienti, soprattutto anziani, che rischiano di rimanere senza aiuto”. A lanciare l'allarme sono Elena Di Gregorio, Tina Cupani e Debora Rocco, segretarie generali dei sindacati dei pensionati Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil del Veneto.
A livello nazionale mancano ancora delle indicazioni certe su come gestire la situazione dei lavoratori vaccinati con lo Sputnik: si parla di Green Pass temporaneo o della somministrazione di un'altra dose eterologa con Pfizer o Moderna, ma il tempo ormai è agli sgoccioli.
“Chiediamo alla Regione di farsi portavoce del problema e fare pressioni sul ministero della Salute e su Aifa, affinché diano delle linee guida quanto prima”, sollecitano le segretarie generali. Che aggiungono: “A questo problema si aggiunge anche quello della diffidenza nei confronti dei vaccini in generale da parte di molte altre badanti, sempre est europee e non ancora vaccinate: anche per loro la data del 15 ottobre è una sorta di ultimatum. Nei loro confronti va fatta una campagna di informazione e sensibilizzazione. Non possiamo permetterci altre situazioni di rischio per i tanti anziani non autosufficienti”.
Perché i numeri sono elevati, nonostante il lavoro domestico sia notoriamente caratterizzato da una grande irregolarità, che la pandemia ha fatto emergere solo in parte: uno studio della Bocconi pre Covid aveva calcolato che in Veneto ci sono 75 mila assistenti familiari (contrattualizzate e in nero), il 71% straniere e si può stimare che oltre 50 mila provengono proprio da paesi dell'Europa dell'Est.
Sul fronte delle vaccinazioni, le segretarie di Spi, Fnp e Uilp esprimono preoccupazione per l'effettivo successo delle campagne della terza dose anti Covid per gli over 80, in corso, e dell'antinfluenzale che è alle porte. Preoccupazione che nasce dalle notizie che arrivano di poche prenotazioni fra i grandi anziani, e della frustrazione dei medici di base e dei farmacisti che non vedono ancora delineato in modo preciso il loro ruolo. “È necessario che la programmazione sia organica e coerente con le necessità dell'utenza - concludono Di Gregorio, Cupani e Rocco -, in questo contesto chiediamo ancora una volta alla Regione dare quanto prima agli operatori e ai cittadini la cornice di riferimento”.