Viaggio in Marocco. "Incontro" con i martiri di Tibhirine
Anche quest’anno l’ufficio diocesano pellegrinaggi con casa Madonnina di Fiesso d’Artico e Hub propongono il viaggio pellegrinaggio in Marocco, dal 14 al 23 settembre. Un viaggio alla scoperta delle città imperiali che culmina con l’esperienza spirituale nel deserto del Sahara. Durante il viaggio un incontro particolare è quello con frère Jean Pierre Schumacher, sopravvissuto alla strage in Algeria nella primavera del 1996.
Per la terza volta la casa di spiritualità La Madonnina di Fiesso d’Artico propone, in collaborazione con l’ufficio diocesano pellegrinaggi e Hub, un viaggio-pellegrinaggio in Marocco dal 14 al 23 settembre. Un’esperienza che si arricchisce di un’emozione in più perché, come gli anni scorsi, fra le tappe c’è anche la visita al monastero di Notre Dame de l'Atlas dove frère Jean Pierre, 94 anni, sopravvissuto alla strage di Tibhirine, porta avanti una presenza monastica in terra d'Islam. Una testimonianza viva e coraggiosa, intensa, resa ancora più significativa dal fatto che papa Francesco ha avviato il processo di beatificazione per i martiri della strage avvenuta nel 1996.
«La prima volta che abbiamo incontrato fratel Jean Pierre – afferma Marzia Filipetto, direttrice della casa e accompagnatrice nelle varie edizioni del viaggio – avevamo timore a chiedergli del martirio. Per molto tempo si è chiesto perché fosse stato risparmiato. Nei mesi successivi al rapimento e alla morte dei fratelli ha ricevuto una provvidenziale lettera dell’abbadessa del monastero della Fille-Dieu in Svizzera che diceva: “Ci sono dei fratelli ai quali è stato chiesto di testimoniare con il dono della vita, e altri ai quali è chiesto di testimoniare con la vita”. Queste poche parole, ci diceva, lo hanno sollevato da tutti gli interrogativi che lo avevano assillato fino ad allora e gli hanno dato la forza per arrivare fino a oggi, raccontando la vita della sua comunità ferita e mutilata dalla ferocia degli uomini».
Un incontro toccante, un legame, quello che si è creato fra casa Madonnina e il monastero, che è quasi un gemellaggio: «Il sangue dei miei fratelli – diceva frère Jean Piere – non è stato sparso invano. La morte dei santi è seme di cristiani. La loro scomparsa ha creato dei legami, e non cessa di crearne, al di là di ogni frontiera. Anche con voi di Padova, che ogni anno tornate a trovarci e a pregare: per noi è una conferma che la loro scomparsa non è stata inutile».