In Mozambico l’insediamento del presidente tra le proteste. Il missionario don Daldosso, “una miccia, potrebbe innescare una primavera dell’Africa australe”

Oggi in Mozambico Daniel Chapo, leader del partito Frelimo (Fronte di Liberazione Mozambicano), al potere dall'indipendenza dal Portogallo nel 1975, ha prestato giuramento come presidente a Maputo, nonostante mesi di proteste e violenze post-elettorali che hanno causato tra i 300 e 400 morti e migliaia di feriti. Le elezioni generali del 9 ottobre scorso sono state infatti contestate dal leader dell'opposizione Venancio Mondlane, del partito Podemos (Partito Ottimista per lo Sviluppo del Mozambico). Mondlane è sostenuto dai giovani (il 50% della popolazione mozambicana è sotto i 18 anni) disillusi dalla mancanza di crescita economica e benessere. Il parere di don Silvano Daldosso, missionario in Mozambico da quasi 18 anni.

In Mozambico l’insediamento del presidente tra le proteste. Il missionario don Daldosso, “una miccia, potrebbe innescare una primavera dell’Af...

“Il Mozambico è una miccia: molti stanno parlando di una possibile primavera dell’Africa australe. Potrebbe innescarsi una rivolta anche in altri Stati”.  A parlare al Sir dalla sperduta missione di San Kizito nella diocesi di Gùrué è don Silvano Daldosso, missionario fidei donum della diocesi di Verona, in Mozambico da quasi 18 anni. Dopo essere stato a Cavà, nel nord del Paese, da un anno e mezzo è stato inviato dal vescovo ad aprire una missione in una zona isolatissima tra le montagne, a 1300 metri, vicino al Malawi. Anche se c’è molta gente finora non c’è mai stato un prete residente, né presenze religiose. Vive lì da solo “un po’ accampato, senza una casa vera e propria”. Don Silvano riesce a connettersi alla rete per telefonare e accendere una lampadina solo un paio d’ore la sera grazie ai pannelli solari. La cittadina più vicina è a due ore di macchina. Alla missione si arriva solo in jeep, in moto o in trattore. Ogni tanto trascorre un paio di giorni a casa del vescovo a Gùrué. Per arrivare nella capitale Maputo deve fare otto ore di macchina e prendere un aereo. Per venire in Italia ci mette tre giorni.

Oggi l’insediamento del presidente Daniel Chapo. Proprio oggi in Mozambico Daniel Chapo, leader del partito Frelimo (Fronte di Liberazione Mozambicano), al potere dall’indipendenza dal Portogallo nel 1975, ha prestato giuramento come presidente a Maputo, nonostante mesi di proteste e violenze post-elettorali che hanno causato tra i 300 e 400 morti e migliaia di feriti.  Un partito inizialmente comunista che ha preso la strada del liberismo sfrenato. Le elezioni generali del 9 ottobre scorso sono state infatti contestate dal leader dell’opposizione Venancio Mondlane, del partito Podemos (Partito Ottimista per lo Sviluppo del Mozambico). Mondlane è sostenuto dai giovani (il 50% della popolazione mozambicana è sotto i 18 anni) disillusi dalla mancanza di crescita economica e benessere. Tornato in patria dopo un periodo di esilio volontario, Mondlane ha giurato sulla Bibbia di portare il Paese alla paralisi e di volere procedere per vie legali finché il risultato del voto non verrà rivisto.  Si considera il nuovo presidente eletto. I disordini hanno causato gravi perdite all’economia, bloccando anche il commercio con l’estero. Nei giorni scorsi è stato inaugurato il nuovo Parlamento, anche se la cerimonia di apertura è stata disertata dai più grandi partiti di opposizione.

“Siamo in un regime al potere da oltre cinquant’anni – commenta don Daldosso -.

Le elezioni sono sempre state frutto di frodi elettorali, spesso mastodontiche.

Dove ci sono seggi con 1500 persone hanno trovato 2000/2300 schede di voto. Urne elettorali venivano spostate e sparivano. Anche stavolta i brogli sono stati evidenti”.  Perfino i vescovi mozambicani nell’ultimo messaggio sono stati più espliciti a favore dell’opposizione, chiedendo di rispettare “la verità elettorale”.

Venancio Mondlane, personaggio carismatico, ha conquistato i giovani. La popolazione è scesa in strada, si è creato un movimento di massa mai visto. “Oggi è come se il Mozambico due presidenti, entrambi illegittimi. Il Frelimo afferma di aver vinto in tutte le province ma è impossibile e veramente spudorato. Quindi anche Chapo è illegittimo perché non scelto dalla gente ma dal Consiglio costituzionale”. “La popolazione è stanca – prosegue il missionario -. Non vedeva l’ora che ci fosse una alternativa. Mondlane incarna un’ideale del popolo. Ora non so cosa succederà ma temo che il Frelimo non riuscirà a governare”. Mondlane ha anche detto in una live che sta ricevendo proposte da gruppi militari e paramilitari che si propongono di appoggiarlo. Finora ha sempre rifiutato e continua a chiedere manifestazioni pacifiche. “Non so fino a quando questo durerà.

Se decidesse di giocare il tutto per tutto si andrebbe alla guerra civile”.

Dopo l’annuncio del Consiglio costituzionale il 23 dicembre ci sono stati scontri. “In più gli squadroni della morte del Frelimo girano per il paese, casa per casa, uccidendo i seguaci del partito Podemos. I morti stanno aumentando di giorno in giorno”, riferisce don Deldosso. “Mondlane chiaramente rischia la vita. È probabile che non lo uccideranno adesso perché gli occhi del mondo in questi giorni sono rivolti sul Mozambico, ma prima o poi…”.

Pesa il disinteresse della comunità internazionale, che fa affari in Mozambico nell’estrazione di gas, petrolio, minerali, rubini, alluminio, soprattutto nel Nord del Paese, nella instabile e violenta provincia di Cabo Delgado.  “Ho l’impressione che siano tutti girati dall’altra parte. L’Europa ha fatto un appello alla democrazia, alla pace, al rispetto dei voti. C’è stata qualche voce solitaria qua e là, ad esempio nel Parlamento portoghese, ma i governi in prima persona non si sono esposti”.

“Anche il governo italiano è fortemente legato a Maputo con Eni. Immagino che l’Italia non abbia piacere che cambi il governo, perché Venancio ha già annunciato che se andrà al potere rivedrà tutti i contratti di estrazione – osserva il missionario -.  Attualmente i vantaggi finiscono nelle tasche dei vari ministri del partito. Nessun governo ha interesse ad un cambiamento, nemmeno la Francia, che ha qui la Total, né gli Stati Uniti”.

Il suo auspicio è che in Mozambico “ci sia un cambiamento, perché la gente non ne può più. L’economia è al collasso e il Paese è stato risucchiato da questa élite di politici che lo ha svenduto a destra e sinistra. Ma la vedo dura, perché non c’è nessuno che viene in nostro aiuto”.

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Fonte: Sir