Studenti e over 65 coinquilini: anziani e universitari che abitano insieme a Padova
Padova Seconda edizione del progetto di coabitazione intergenerazionale. Nel 2024 ne sono partite 15 di nuove e due riconfermate dall’anno precedente. Over 65 che ospitano studenti dell’Università: la coabitazione diventa uno studentato in più in città

Un gruppo di over 65 pimpanti e sorridenti si ritrovano in comune, poco prima di Natale, assieme al giovane consigliere Pietro Bean. Il motivo? Non la classica tombola pre natalizia e nemmeno una gita di piacere. Sono tutti donne e uomini che hanno deciso di mettere a disposizione una stanza della propria casa per ospitare studenti e studentesse dell’Università di Padova che – a causa dei costi e dell’emergenza abitativa – faticavano a trovare alloggi in città. Il progetto di coabitazione intergenerazionale, partito ormai nell’estate 2023, è già alla sua seconda edizione e l’obiettivo dell’incontro è stato proprio quello di fare un bilancio sui punti di forza e sulle eventuali criticità. Tuttavia l’impressione generale è stata quella di un grande successo tanto per i/le giovani quanto per gli/le ospitanti: questi ultimi, infatti, hanno evidenziato una grande positività portata in casa da studenti e studentesse che regalano compagnia, affetto e possibilità di arricchimento culturale vicendevole. «La coabitazione tra studenti e studentesse e over 65 si sta configurando sempre di più come un’esperienza che, cercando di offrire una soluzione a un problema molto concreto, aggiunge il valore inestimabile del capitale umano, rafforzando le reti sociali e la comunità – ha commentato il consigliere Pietro Bean al termine dell’incontro – Ringrazio anche il sindaco che ha sostenuto fin dall’inizio questa iniziativa e gli enti che ci hanno aiutato a svilupparla (Università, Esu, sindacati inquilini Sunia e Sicet, sindacati pensionati SPI Cgil e Cisl). La ripartenza del progetto tra settembre e novembre (con l’avvio delle lezioni) è stata dunque decisa sulla base dei risultati positivi delle cinque coabitazioni sperimentate nel 2023. Due di queste sono state riconfermate, mentre ne sono partite quindici di nuove che hanno visto un’importante novità: sono stati inseriti ben quattro studenti stranieri, due ragazze e due ragazzi. La coabitazione è diventata dunque non solo intergenerazionale ma interculturale, rappresentando una vera sfida per tutti i soggetti coinvolti, compresi gli enti che hanno seguito la parte burocratica nei delicati passaggi con l’estero. L’abbinamento è seguito dal Comune che rileva le esigenze di ospiti e ospitanti e li fa conoscere con un primo colloquio; a questo segue la sottoscrizione di regolari contratti di locazione. Ma sentendo giovani e senior, spesso gli aspetti economici e burocratici passano in secondo piano rispetto all’arricchimento reciproco che la coabitazione porta. «Con questa crescita di numeri annuale potremo presto raggiungere una partecipazione al progetto ancora più alta. La coabitazione, di fatto, per i numeri potenziali di studenti e studentesse coinvolti, può diventare uno studentato in più nella nostra città» ha concluso il consigliere Bean.
La coabitazione è arricchimento umano
Al progetto di coabitazione intergenerazionale aderiscono over 65 con caratteristiche simili: in genere hanno figli grandi, sono soli/e e avvertono un grande bisogno di compagnia. L’età è variabile, dai 91 anni a chi non è ancora in pensione, ma tutti sono cittadini attivi: il progetto, infatti, non prevede rapporti di tipo assistenziale, ma un patto intergenerazionale che porti un arricchimento umano per chi ospita e per chi è ospitato.