Scuola. Per un web sicuro serve l'educazione
Il Safer Internet Day quest’anno accendeva i riflettori in particolare sull’"alleanza" da sviluppare tra scuola e ambiente familiare
Il Web? Una risorsa da usare con responsabilità. E’ uno dei messaggi importanti legati al Safer Internet Day, che si è celebrato all’inizio di febbraio, ormai un’occasione consolidata per riflettere e promuovere attenzione educativa intorno al tema del mondo digitale, della Rete e di quanto ci sta intorno, compresi i problemi legati al cyber bullismo.
La Giornata mondiale per la sicurezza online, come noto, è stata istituita e promossa dalla Commissione europea ed è giunta quest’anno alla sedicesima edizione, coinvolgendo in contemporanea un centinaio di Paesi. In Italia la Giornata è stata l’occasione per una celebrazione ufficiale cui è intervenuto, tra gli altri, il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti, mentre in molti istituti scolastici si sono svolte iniziative tematiche, promosse dal progetto “Generazioni connesse”. E proprio una ricerca appena diffusa, effettuata da “Generazioni connesse” su un campione di quasi 6.000 adolescenti, mette in luce come siano i ragazzi tra i 13 e i 18 anni quelli potenzialmente più esposti ai pericoli della Rete. Dai dati, infatti, risulta che 7 adolescenti su 10 sono sui Social già a meno di 14 anni.
E sempre circa 7 su 10 almeno una volta si sono imbattuti in un amico “inesistente”: il 68% dei giovani intervistati, almeno una volta, si è imbattuto in un profilo falso. Un solo ragazzo su 16 risulta non essere “connesso” con nessun Social, riassume un comunicato del Miur riferendosi ai dati della ricerca. “Otto adolescenti su 10 – spiega – utilizzano la chat con la famiglia, o, almeno, con uno dei genitori. Le relazioni sociali di quasi tutti i ragazzi passano ormai per gli strumenti digitali trasformandone profondamente le dinamiche. Anche all’interno dei rapporti familiari. Così WhatsApp per quasi 1 studente su 2 (il 44,2%) è utile per tenersi informati per le diverse comunicazioni di servizio e il 14,6% lo utilizza soprattutto per scambiarsi informazioni a distanza. Mentre per il 22,4% è comunque una fonte di incomunicabilità. Al tempo stesso la tecnologia risulta essere ingombrante: la metà degli adolescenti (il 50,4%), un po’ a sorpresa, lascia a casa lo smartphone quando è insieme ai genitori, ai fratelli e, più in generale, ai familiari”.
Proprio quest’ultimo dato lascia intravedere come il ruolo della famiglia sia decisivo anche nell’ambito dell’educazione al mondo digitale. E il Safer Internet Day quest’anno accendeva i riflettori in particolare sull’”alleanza” da sviluppare tra scuola e ambiente familiare perché la riflessione sull’uso responsabile della Rete e delle tecnologie abbia efficacia.
Non si può prescindere dall’educazione. Perché un dato è certo: il mondo digitale non si può ignorare. Il ministro Bussetti suggeriva – in occasione della Giornata – come Internet e “i nuovi dispositivi tecnologici” siano componenti della quotidianità degli adolescenti, per cui proprio loro “devono imparare a riconoscere opportunità e pericoli, diritti e doveri legati al loro utilizzo”. E aggiungeva: “Le tecnologie e il web non vanno demonizzati. Il digitale offre molte opportunità, è il futuro”. Per questo la scuola,deve occuparsene e insieme lasciarsi provocare, anche in vista di un rinnovamento della didattica. Ma prima ancora deve poter offrire le competenze e le “chiavi di lettura” per rendere ciascuno protagonista consapevole – in positivo – del “nuovo mondo”, insieme impalpabile e concretissimo, del Web.
Alberto Campoleoni