Michielin? Un invito alla conversione. Dopo la canzone "Padova può ucciderti più di Milano"
La canzone scomoda. Don Paolo Zaramella interviene sul brano della 28enne bassanese
I giornali locali hanno dato una certa risonanza all’uscita del nuovo album di Francesca Michielin. In particolare, è stata la canzone Padova può ucciderti più di Milano ad animare il dialogo politico. Accuse incrociate tra maggioranza e minoranza sulla nostra città, giudicata poco accogliente e inclusiva, addirittura razzista. Forse però non è solo il livello politico a poter intervenire nella discussione ma anche i nostri contesti comunitari. Il grido della Michielin è quello di tanti giovani che nella Chiesa fanno fatica a riconoscersi («una particola non ce la imboccherai») ma che ciò nonostante restano nelle comunità cristiane («ma io resisto e resto qua»).
Se dunque è vero che nella nostra città e, ovviamente, anche nella nostra Chiesa diocesana e nelle nostre parrocchie c’è molto di positivo rispetto a quello su cui punta il dito la ventottenne cantante bassanese, penso che ci sia da riflettere sull’immagine efficace che usa: «Se sta cadendo un ponte è colpa delle crepe». La chiesa, chiamata a essere ponte fra cielo e terra e fra tutti gli uomini e le donne, porta in sé delle crepe che vanno attenzionate, come ogni ponte un po’ datato. Sento quindi utile ascoltare le parole della cantautrice all’inizio di questa Quaresima, che parlano anche delle nostre contraddizioni, della volgarità del linguaggio, delle liturgie e delle feste paesane... e avverto io per primo l’invito a convertirmi: «Dimmi, in chiesa che cosa reciti a memoria? Di un profugo straniero in una mangiatoia se non capisci lascia anche vuoto il tuo presepe».