Malawi, Overstone Kondowe è il primo deputato albino ad entrare in Parlamento
Nello Stato dell’Africa sudorientale le persone albine sono vittime di violenze e emarginazione, legate a credenze e superstizioni antiche. La lotta a questa discriminazione trova un nuovo alleato in Kondowe che ha fondato l’Associazione delle persone con albinismo nel 2016
Overstone Kondowe è il primo deputato albino ad entrare nel Parlamento del Malawi. Una notizia più rilevante di quanto possa sembrare, visto che nello Stato dell’Africa sudorientale le persone albine sono vittime di violenze, discriminazione ed emarginazione, legate a credenze e superstizioni antiche.
L’albinismo è una malattia genetica rara dovuta alla presenza ridotta, o mancanza, di melanina. È diffusa in Africa subsahariana, soprattutto in Zimbabwe e Tanzania, e nel mondo si sono registrati oltre 700 attacchi fisici a persone che ne sono affetti negli ultimi dieci anni. Dal 2014, secondo Amnesty International almeno 170 persone affette da albinismo sono state attaccate nel solo Malawi e oltre venti sono state assassinate.
Kondowe si è battuto contro questa situazione, fondando l’Associazione delle persone con albinismo in Malawi nel 2016, e lo scorso anno è stato nominato consigliere del presidente, Lazarus Chakwera, sul tema della disabilità. In un’intervista pubblicata dalla testata locale The Nation in ottobre, il neodeputato ha dichiarato: “La partecipazione delle persone con albinismo alla vita politica, pubblica e sociale è cruciale per combattere gli stereotipi esistenti, i pregiudizi e la segregazione”. E ancora: “I problemi delle persone con albinismo non sono solo attacchi, rapimenti e uccisioni; essi riguardano anche preoccupazioni sanitarie, educative, economiche, sociali e politiche che hanno bisogno di essere affrontate in modo olistico. Se ci concentriamo solo su aggressioni e omicidi, perderemo la battaglia per la promozione dei diritti delle persone albine in Malawi e nella Comunità di sviluppo dell’Africa meridionale”.
L’intervento dell’Onu. Le Nazioni Uniti hanno cominciato a occuparsi della situazione nell’assemblea generale del dicembre 2014 e l’estate scorsa è stata approvata una risoluzione che mette al bando le “Pratiche dannose correlate alle accuse di stregoneria e attacchi rituali”, che aiuterà anche nella difesa delle persone albine ancora vittime di violazioni dei diritti umani, come l’esilio dalla comunità, vendita di parti del corpo, traffico di esseri umani, tortura e uccisioni.
L’origine di questa discriminazione va ricercata in credenze diffuse. Per esempio, spiega l’ufficio dell’Alto commissariato Onu per i diritti umani (Ohchr), molte comunità pensano che siano dotati di poteri magici, oppure che siano fantasmi o vampiri, e così accade che parti dei loro corpi siano usati per pratiche di stregoneria.
L’articolo integrale di Giulia Cerqueti, Albinismo in Africa: la lotta a violenze e discriminazioni trova un nuovo alleato, può essere letto su Osservatorio Diritti.