L’arte, essenza della vita. L'arte può offrire spunti e strade da intraprendere per elaborare incertezze e ambiguità dell'essere
L'adolescenza è il momento creativo per eccellenza dell'essere umano. Si è, in un certo senso, demiurghi di se stessi.
C’è fermento nel mondo dell’arte. Musei e gallerie organizzano tour virtuali e visite guidate in presenza, contingentate e in sicurezza. Gli artisti propongono le proprie opere al pubblico attraverso i social e si continua a parlare del contributo dell’arte anche nei percorsi di riabilitazione psichica.
La grave minaccia del Covid-19 ha messo praticamente in ginocchio questo settore, allontanando temporaneamente le persone dalle manifestazioni e dai centri espositivi, eppure la reazione non ha tardato a farsi sentire.
Di fatto l’esigenza di proporre arte da parte di chi ne è “creatore” incontra spontaneamente, al di là degli ostacoli legati all’emergenza sanitaria, un ampio pubblico che manifesta il bisogno di poterne sperimentare i benefici spirituali.
L’arte è nutrimento per l’anima e le nostre anime sono state provate dagli eventi dei mesi trascorsi, quindi oltremodo bisognose di essere sostentate. Soprattutto sono in cerca di stimoli per poter compensare il senso di spaesamento interiore che ancora si portano dentro.
E l’arte non è solo mostre e manifestazioni: è proprio essenza e visione della vita. Possiede anche una dimensione laboratoriale che spesso viene utilizzata come “terapia”. Alla base c’è il principio della metamorfosi e della trasformazione delle cose, quindi delle emozioni e anche dei sentimenti. Per questo motivo, più che mai, è importante proporla agli adolescenti.
L’adolescenza è il momento creativo per eccellenza dell’essere umano. Si è, in un certo senso, demiurghi di se stessi.
L’arte può offrire spunti e strade da intraprendere per elaborare incertezze e ambiguità dell’essere. Permette di conciliare gli opposti e dare senso all’informe, o fornisce codici che consentono di tollerare che l’informe non abbia senso.
L’informe è una grossa parte della straordinaria potenzialità di queste forme espressive. E’ l’aspetto che più ci atterrisce nella nostra esistenza e non è identificabile, quindi catalogabile e controllabile. La fine dell’infanzia e l’ingresso nell’adolescenza segnano proprio la consapevolezza dell’imponderabile e dell’insondabile. L’esperienza della libertà squarcia il velo steso sopra gli abissi e destabilizza. Fa riaffiorare i nodi dei primissimi anni di vita, determina il distacco dal nucleo familiare e provoca sofferenza.
In più, gli adolescenti di oggi vivono un momento storico difficile, in cui si acuisce l’uso/abuso della comunicazione tecnologica. Essa è veloce, estemporanea e priva gli interlocutori dello spazio per esplicare la dimensione affettivo-relazionale dello scambio. Inoltre tende a omologare.
In questo l’arte è esattamente il contrario e, tra l’altro, può innestarsi anche nell’ambito tecnologico. La tecnologia si esprime attraverso le immagini e le immagini nascono in un grembo artistico.
Altro aspetto interessante è la granularità dell’espressione tecnologica, che tende a “svaporare” nell’istante. L’arte tende a sedimentare e costruire su se stessa. Facilita l’astrazione e quindi la sublimazione delle idee. La sublimazione passa attraverso l’analisi, l’elaborazione e la riflessione sui contenuti. E’ un canale indiretto che può esprimere l’indicibile. Non è una dimensione passiva, ma attiva dell’approccio conoscitivo del mondo. La possibilità di utilizzare materiali diversi, ad esempio, e di manipolare offre l’opportunità di sperimentare la realtà e declinarla nelle sue varie forme. Nell’ambito laboratoriale c’è poi l’occasione del confronto e della contaminazione reciproca. Si comunica e ci si arricchisce, nello scambio si percorre la strada che porta all’autodeterminazione del sé.
Raccogliamo quindi l’invito a partecipare al mondo dell’arte, per noi e per i nostri figli. Permettiamo di godere dell’abbraccio dell’esperienza contemplativa e figurativa. Esponiamoci al contagio della creatività.