Il tempo del “corona virus” e la gestione delle scuole paritarie. La questione delle rette
Il tempo del Coronavirus e la gestione delle scuole. In queste settimane si susseguono le richieste, da parte delle famiglie, ma anche dei gestori delle scuole, su alcuni aspetti di carattere organizzativo e anche economico. La didattica a distanza ha incontrato alcune difficoltà, soprattutto per le scuole con le fasce di età più piccole (nidi e scuole dell'infanzia). Oltre agli aspetti organizzativi si fanno avanti anche la questione delle rette. Su questi fronti Francesco Ciccimarra, Presidente nazionale AGIDAE e Virginia Kaladich, Presidente nazionale F.I.D.A.E. danno alcune risposte e puntualizzazioni.
Gestori ma anche numerose famiglie, hanno fatto richieste di intervento su alcuni aspetti sia di carattere organizzativo sia di tipo economico, atti a prevenire contrapposizioni ed evitare conflitti in grado di impoverire la funzione educativa delle comunità scolastiche e frenare la crescita educativa di studenti ed alunni.
Per dare una lettura omogenea i presidenti AGIDAE e FIDAE hanno delineato alcune linee. Ai gestori resta l’opportunità di salvaguardare gli equilibri economici della scuola e la comprensione delle richieste delle famiglie, stabilendo modalità e tempistiche idonee a tutelare diritti e interessi legittimi di tutti.
La situazione che si è profilata per le scuole in questo periodo di crisi epidemiologica a seguito della chiusura delle scuole imposta dal Governo ha determinato:
- LA DIDATTICA INTERROTTA: per i NIDI e le SCUOLE MATERNE (o una parte di esse) la mancata erogazione del servizio, almeno quello reso IN PRESENZA, e l’impossibilità obbiettiva di sostituirlo in altri modi.
- LA DIDATTICA “Differita”, “ON LINE, soprattutto per la scuola primaria e secondaria: Ogni scuola ha potuto regolamentare in maniera autonoma: tempi, modalità, tecnologie, ecc., ma sostanzialmente il servizio scolastico è proseguito e comunque potrà eventualmente essere integrato e completato entro la fine dell’anno in maniera tale da far conseguire ad alunni e studenti i titoli scolastici regolari.
- LA DURATA DELL’EMERGENZA: Se non ci saranno sorprese, tutto lascia pensare che la vita della scuola potrebbe riprendere i suoi ritmi normali e concludere l’anno scolastico secondo le tempistiche che il MIUR certamente indicherà: In sintesi si parla quindi di poco più di due mesi di scuola su 10.
LA QUESTIONE RETTE SCOLASTICHE
E' necessario fare una premessa, precisano Francesco Ciccimarra, Presidente nazionale AGIDAE e Virginia Kaladich, Presidente nazionale F.I.D.A.E.: le rette scolastiche sono rette annuali e coprono le spese dell’intero anno scolastico, ossia 12 mesi per la gestione e ben 14 mesi (13 mensilità + TFR) per i costi del personale. Per prassi le scuole sono solite frazionare, con rate mensili, bimestrali, trimestrali, la RETTA ANNUA, la cui entità resta l’unica somma di riferimento per tutti i servizi educativi e amministrativi resi a ragazzi e famiglie lungo l’intero anno scolastico. Nel momento in cui un genitore iscrive a scuola il proprio figlio si impegna a corrispondere alla scuola l’intero importo annuo, a prescindere da eventi non previsti o prevedibili: assenze, malattie, eventi straordinari, risultati conseguiti, ecc … Nella Retta scolastica è compresa tutta l’esperienza formativa-educativa di un intero ANNO, perché la scuola opera, cresce, si progetta, anche quando gli alunni sono assenti.
A fronte di una insistente pressione sociale che rivendica una sorta di diritto a non pagare la retta scolastica per il fatto che non sarebbe stato parzialmente erogato il servizio scolastico a motivo della chiusura voluta dal governo, ci permettiamo osservare:
1) Per scuole che hanno di fatto proseguito l’attività didattica facendo ricorso alla metodologia on line la retta scolastica va regolarmente ed indiscutibilmente pagata, posto che al termine dell’anno scolastico gli alunni potranno essere correttamente valutati negli apprendimenti conseguiti;
2) Nella scuola dell’infanzia (così come nei NIDI) dove il servizio didattico-educativo fosse venuto a mancare totalmente o parzialmente, appare congruo riconoscere alle famiglie uno sconto percentuale sulla retta del periodo interessato alla chiusura, considerando da una lato che la retta mensile va a coprire i costi di un periodo più lungo dell’anno scolastico per le ragioni sopra evidenziate, e dall’altro che sul lavoro didattico non effettuato a causa della chiusura la scuola potrebbe godere parzialmente degli ammortizzatori sociali straordinari oggi sussistenti. Si tratta di una valutazione di situazioni oggettive che possono meritare un riconoscimento concreto sul piano economico
3) Sono orientamenti e decisioni che gravano esclusivamente sulla responsabilità dell’ente gestore al quale spetta altresì valutare responsabilmente l’impatto di eventuali sconti di retta sugli equilibri complessivi della gestione scolastica.