“Hiv, parliamone”, 6 vignette per informare (e prevenire)
La nuova campagna di sensibilizzazione della Regione Emilia-Romagna usa le illustrazioni della penna di Pat Carra per affrontare 6 temi diversi: stigma, omofobia, contagio, giusta informazione, utilizzo del preservativo, importanza del test
Stigma, omofobia, contagio, giusta informazione, utilizzo del preservativo, importanza del test. Sono i sei temi approfonditi nella campagna di comunicazione “HIV, parliamone”, sviluppata da HelpAids, portale dedicato del Servizio sanitario della Regione Emilia-Romagna, attraverso sei vignette della penna di Pat Carra, fumettista, umorista e giornalista. L’obiettivo? Informare (e prevenire) sull’Aids e la sua diffusione. Le sei illustrazioni sono state declinate in più formati: dalle locandine al web, alle mini-clip sul canale YouTube della Regione. Un’occasione importante per una regione come l’Emilia-Romagna che, nell’arco dell’ultimo decennio, ha visto quasi dimezzate le nuove diagnosi di Hiv, ma dove resta però purtroppo ancora alto il numero di chi arriva a un riconoscimento tardivo.
“Ogni anno, in Emilia-Romagna, assistiamo a un calo del numero di nuove diagnosi di Hiv, e questo ci fa ben sperare – commenta Raffaele Donini, assessore regionale alle Politiche per la salute –. Ma il cammino è ancora lungo, occorre tenere alta la guardia: più della metà delle persone scopre di aver contratto il virus solo quando è già troppo tardi. Ciò accade purtroppo anche perché dell’Hiv si parla ancora troppo poco e in modo non sempre adeguato: c’è ancora paura, insieme a stereotipi molto resistenti. L’obiettivo di questa campagna è contrastare ulteriormente la disinformazione su rischi, prevenzione e possibilità di diagnosi precoce e cure: un’occasione in più, dunque, per parlare di questi temi con tutti, a partire soprattutto dai canali social”.
I numeri parlano chiaro: in regione i nuovi casi nel 2019 sono stati 209, rispetto ai 220 dell’anno precedente. Le diagnosi tardive rappresentano però il 58 per cento dei casi, con il 43 per cento delle persone che era già in Aids, o in una fase molto avanzata dell’infezione. Nel complesso, su tutto il territorio regionale, nell’arco di dieci anni (dal 2010 al 2019), le nuove diagnosi tra i cittadini residenti sono passate da 388 a 209, arrivando quindi a un 46 per cento in meno. Calo che si è fatto ancor più rilevante negli ultimi anni, considerando che nel 2015 i nuovi casi erano 291, scesi a 285 nel 2016, 220 nel 2018 e arrivati, appunto, a 209 (165 uomini e 44 donne) nel 2019, con un’incidenza del 4,7 ogni 100 mila abitanti.
A disposizione c’è il Telefono verde Aids (numero verde regionale 800.856.080): l’utente tipo che vi si rivolge è soprattutto uomo, di nazionalità italiana, eterosessuale e giovane. Tra coloro che chiamano, a livello nazionale, il 57 per cento si definisce eterosessuale, mentre il 6 per cento è rappresentato da uomini che dichiarano di avere rapporti con altri uomini. Per il 30 per cento dei casi si tratta di cittadini, genitori, insegnanti o operatori sanitari che, senza presentare particolari fattori di rischio, si rivolgono al Servizio per essere informati. Solo il 2 per cento delle chiamate sono effettuate da persone che hanno già contratto l’Hiv.
Alice Facchini