Fame di energia. Il mercato in espansione delle fonti pulite e rinnovabili
Se il petrolio appare sul viale del tramonto (costoso da trasportare, inquinante, sostituibile), il vero nemico di sole, aria e acqua è oggi e sarà pure domani il metano.
Il mondo ha sempre più fame di energia. Le auto convertiranno rapidamente i loro motori alla trazione elettrica o comunque ibrida; le case domotiche da una parte ne sprecheranno di meno, dall’altra ne avranno più bisogno; la tecnologia cresce con le vitamine dell’elettricità.
La buona notizia è che l’elettricità stessa non dipende più – come nel Novecento – soprattutto dalle fonti fossili, in primis carbone e petrolio. E cioè chi le aveva, diventava ricchissimo e ambito. Quante guerre si sono fatte, nel nome dell’oro nero… Ora le fonti di produzione si sono diversificate, è cresciuta la quota di quelle cosiddette “pulite”, soprattutto stanno rivoluzionandosi le tecnologie del trasporto dell’elettricità stessa. E questa è la vera rivoluzione.
L’Africa, per dire, ha una potenzialità produttiva (si pensi al solare o all’idroelettrico) spaventosa e un mercato interno ancora ridotto; potrebbe diventare esportatrice netta, e lo potrebbero fare pure Paesi considerati finora poverissimi anche di materie prime. Ma ci vogliono sistemi di trasporto che finalmente stanno evolvendosi in modo tale da spostare l’elettricità per migliaia di chilometri senza significative perdite o pericoli. Salvo il costo delle infrastrutture da realizzare, ovviamente. Ecco: qui il discutibile “aiutiamoli a casa loro” avrebbe finalità pratiche e interessanti.
Se le enormi dighe producono enormi quantità di elettricità, ma anche enormi devastazioni territoriali e addirittura climatiche (sta capitando in Cina, in Etiopia, in Turchia, in Brasile…), altre fonti possono regalare ampie soddisfazioni sia in termini di quantità che di qualità. Si pensi alle correnti marittime, sfruttate solo in qualche estuario francese, dalle potenzialità incredibili; si pensi al complesso quanto fattibile eolico in alto mare, là dove è bufera continua e la vista non è turbata dalle selve di pali; si pensi all’idrogeno, la fonte del XXII secolo. E poi pure la tecnologia dello stoccaggio (le batterie insomma), il vero tallone d’achille delle energie rinnovabili, è in continua crescita.
Ma tutto questo mondo nuovo dovrà vederselo con quello vecchio. Se il petrolio appare sul viale del tramonto (costoso da trasportare, inquinante, sostituibile), il vero nemico di sole, aria e acqua è oggi e sarà pure domani il metano. Ci sono giacimenti colossali sparsi in mezzo mondo; è poco inquinante, facilmente trasportabile (si può anche liquefare e portare via nave) e soprattutto così economico che è nettamente concorrenziale con tutti. Se appare poco interessante dalle parti dell’Equatore, il freddo Occidente e l’enorme Cina ne avranno tanto bisogno per ancora molti anni.