Ecuador. Dal “campo” alla periferia urbana. I padovani iniziarono a operare nelle comunità rurali a nord dell’estuario del rio Esmeraldas
Nel 1974 iniziò l’esperienza missionaria padovana nel vicariato apostolico della costa, retto dai Comboniani. I padovani iniziarono a operare nelle comunità rurali a nord dell’estuario del rio Esmeraldas per avvicinarsi poi alle parrocchie più prossime al centro. Cinque le parrocchie seguite: Tachina, Rocafuerte, Santa Marianita, Virgen del camino, Santa Teresita
Dagli indios dell’Amazzonia agli afroecuatori della costa: negli anni Settanta, mentre va esaurendosi l’esperienza nel Napo, inizia per la Chiesa padovana una nuova, triplice avventura, con le Diocesi di Ibarra e Tulcan, nella sierra settentrionale, e con il vicariato apostolico di Esmeraldas, affidato ai Comboniani, di cui era vescovo mons. Enrico Bartolucci Panaroni. Fu Bartolucci a chiedere al vescovo Bortignon, in visita ai suoi missionari, di inviargli almeno un sacerdote e alcuni laici per aiutarlo nell’apostolato e nella promozione umana. In risposta, il 4 aprile 1974 partirono per l’Ecuador don Giovanni Cillo e il volontario laico Giacomo Rizzo. subito inviati a fondare una nuova parrocchia, San Francesco a Tachina, nella zona del “campo” a nord, oltre l’estuario del rio Esmeraldas, a 22 chilometri dalla città. Qui vissero i primi tempi in una capanna di canne che fungeva anche da sacrestia, a lato di una piccola cappella.
Fu un inizio duro, non tanto per le loro condizioni di vita, ma per le povertà estreme che incontrarono, per la fame e le malattie che falcidiavano soprattutto i bambini. Con l’inizio dell’anno scolastico 1974-75 Rizzo andò a insegnare nella Città dei ragazzi e mons. Bartolucci inviò un’infermiera milanese, Valeria (Francesca) Radice Fossati, a occuparsi del dispensario medico avviato da don Cillo. Nel 1977 arrivò una coppia di coniugi padovani, Ornella e Salvatore Sonnessa, che rimase tre anni nella aldea del niño, casa d’accoglienza per bambini abbandonati.
Quello stesso 1977 Padova assunse un’altra parrocchia rurale, Rocafuerte, dove vennero inviati don Eliodoro Varotto e don Stefano Zuin. Nel 1978 giunsero un altro laico per la Città dei ragazzi, Luciano Beltrame, e don Romeo Zuin per Rocafuerte. Nel 1979 arrivarono a Tachina le Elisabettine: seguiranno la pastorale e poi il dispensario. Nel 1980 iniziò a operare a Esmeraldas un altro laico, Angelo Zambon, in un progetto di alfabetizzazione a distanza.
Nel 1982 don Arcangelo Rizzato sostituì don Cillo a Tachina.
Seguendo l’orientamento del vescovo Filippo Franceschi di impegnare i padovani nella pastorale cittadina più che nel campo, don Arcangelo e don Francesco Bonsembiante si trasferirono a Santa Marianita, nella periferia di Esmeraldas. A Tachina giunse don Romeo Zuin e a Rocafuerte arrivò don Giuseppe Tonin che passò a Santa Marianita quando, nel 1987, la parrocchia fu riconsegnata.
Si allargò nel frattempo l’impegno padovano nelle periferie con l’assunzione della grande parrocchia di Virgen del Camino da cui sorse la comunità di Santa Teresita, seguita prevalentemente da don Daniele Favarin, che ebbe accanto dal 1998 don Evaristo Mercurio, morto tragicamente l’anno successivo. Qui giunsero, con il progetto “Laici fidei donum”, i coniugi Mary e Romeo Zucchi, che operarono a livello vicariale in campo educativo (nel 1999 nacque in missione Lisa), e nel 2000 Valentina e Luca Zampierin con i figli Andrea e Alice.
Costante attenzione all’educazione
Una delle realtà in cui tutti i missionari padovani hanno lavorato è quella dell’educazione, secondo varie sfaccettature: culturale, a distanza, in presenza, con progetti sempre pienamente condivisi con la comunità locale.
Accanto a Salesie, Elisabettine e Comboniane
La presenza padovana anche a Esmeraldas si è sempre avvalsa dell’appoggio delle suore che in qualche caso sono arrivate anche prima dei preti: le Salesie a Esmeraldas (Viche), le Elisabettine a Tachina, le Comboniane a Rocafuerte.