Al Cottolengo di Torino un percorso che riporta alle origini dell’opera cottolenghina

A Torino da pochi giorni è possibile vivere lo spirito del Giubileo 2025 con un percorso storico: quello alle origini della Piccola Casa della Divina Provvidenza. Un vero “cammino della speranza” che si fa, da quasi due secoli al Cottolengo, accoglienza e cura delle persone sotto molteplici aspetti.

Al Cottolengo di Torino un percorso che riporta alle origini dell’opera cottolenghina

A Torino da pochi giorni è possibile vivere lo spirito del Giubileo 2025 con un percorso storico: quello alle origini della Piccola Casa della Divina Provvidenza. Un vero “cammino della speranza” che si fa, da quasi due secoli al Cottolengo, accoglienza e cura delle persone sotto molteplici aspetti.
Si tratta di un itinerario di visita, aperto a tutti, del primo nucleo della Piccola Casa in Borgo Dora – a Torino appunto – che San Giuseppe Benedetto Cottolengo avviò il 27 aprile 1832, dopo che fu costretto a chiudere “l’Ospedaletto della Volta Rossa” in via Palazzo di città a causa del colera che dilagava nel capoluogo piemontese. Cottolengo aprì quindi la Piccola Casa della divina provvidenza per ricoverare le persone malate che non trovavano accoglienza negli ospedali cittadini.

Per questo, oggi, il percorso di visita porta come titolo “L’Amore si fa Casa”.
Chi visita questa parte del Cottolengo entra in sei stanze dove viene documentato lo sviluppo della Piccola Casa nei primi dieci anni di vita, dal 1832 al 1842, fino alla morte del fondatore (30 aprile 1842). Viene mostrata anche la crescita e la diffusione delle famiglie religiose fondate dal santo – sacerdoti, suore e fratelli – e vengono ricordate alcune famiglie di ospiti a cui l’opera cottolenghina offriva cure sanitarie, assistenza, istruzione e percorsi educativi. Nella “Porziuncola” della Piccola Casa in particolare si trovano i documenti originali con cui il Regno sabaudo, con il re Carlo Alberto, nel 1833 riconobbe ufficialmente la Piccola Casa, oltre alla croce da Cavaliere del Cottolengo e il quadro del santo realizzato dal fratello pittore. Il percorso mostra anche la Piccola Casa come laboratorio di vita, di lavoro e di servizi con diverse foto e oggetti utilizzati nei luoghi che fanno parte della struttura (lavanderia, forno, cucine, laboratorio di cucito…); Ne fa parte anche la farmacia storica avviata dal Cottolengo per produrre in autonomia i medicinali di cui c’era bisogno nella Casa.

Ma qual è il vero significato di questa iniziativa? Padre Carmine Arice, Superiore della Piccola Casa, spiega: “Il percorso parla del ‘carisma di fondazione’ e del ‘carisma del fondatore’. Il carisma di fondazione è quello avuto dal Cottolengo, uomo straordinario, che ha dato vita alla Piccola Casa: un’opera fatta di Dio con molteplici dimensioni tra le quali c’è anche una Casa in cui ha concretizzato la sua ispirazione. Il “carisma del fondatore” è invece quello stile di vita evangelico che il Cottolengo ha vissuto e che ha trasmesso a chi lo ha seguito e che oggi noi condividiamo. Il percorso storico vuole dunque aiutarci a conoscere in modo più approfondito il Cottolengo nel suo ‘carisma di fondazione’ per apprezzarlo, accoglierlo e costudirlo per una rinnovata fedeltà al carisma”. Con un impegno che lo stesso Arice richiama: “Oggi non siamo chiamati a fare le stesse cose che ha fatto il santo Cottolengo ma ad avere lo stesso spirito nel fare le cose che la Provvidenza chi chiede”.

Alla cerimonia di inaugurazione hanno preso parte il vescovo ausiliare di Torino, Alessandro Giraudo e il sindaco Stefano Lo Russo. Presenti anche, oltre ad Arice, anche gli altri superiori generali della Piccola Casa, madre Elda Pezzuto e fratel Giuseppe Visconti.
Il percorso storico viene ora inserito nel ricco itinerario di visita che la Piccola Casa riserva da tempo ai diversi gruppi di pellegrini e alle scuole che intendono conoscere l’opera cottolenghina. Per prenotare le visite: e-mail veniteevedetecottolengo@gmail.com

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Fonte: Sir