Due ruote un abbraccio. Il giro del Veneto in bicicletta
L’idea è nata durante la “fase 1”, quando l’Italia è stata costretta a fermarsi e gli italiani sono rimasti confinati tra le mura delle loro case.
Tre giorni in sella alla bici. Oltre 1.000 chilometri, 12mila metri di dislivello e circa 46 ore di pedalate.
Questi i numeri del “giretto” che ha visto protagonisti tra fine maggio e i primi di giugno il ciclista di Farra di Soligo (Tv) Valter Saccon e il suo amico Andrea Murano, il primo vincitore della Romagna Ultra Race 310 e il secondo campione nazionale di Ultracycling 2019 self supported.
L’idea è nata durante la “fase 1”, quando per bloccare l’avanzata del coronavirus, l’Italia è stata costretta a fermarsi e gli italiani sono rimasti confinati tra le mura delle loro case. Per restare in forma c’erano i rulli, su cui far girare “a secco” le ruote della propria bicicletta. Ma non è certo la stessa cosa che pedalare all’aria aperta, lungo le strade, in mezzo alla natura.
Appena l’allentamento del lockdown lo ha permesso, i due atleti si sono ritrovati per studiare a tavolino il tracciato del loro singolare tour, i tempi e le tappe. “Un giro nato dal sentimento di amore e passione per il nostro territorio, per il nostro Veneto – hanno raccontato ad alcune testate locali -. Uscivamo da un periodo difficile, non sapevamo se eravamo pronti fisicamente dopo settimane di quarantena, un viaggio duro e con tanti imprevisti, era difficile auto-organizzarsi e autogestirsi ma volevamo rendere omaggio alla nostra Regione”. Come? Percorrendola lungo i suoi confini, abbracciandola simbolicamente sulle due ruote.
La singolare impresa è stata puntualmente documentato con post e foto sulla pagina Facebook di Saccon.
“Abbiamo predisposto tre tappe, con partenza e arrivo a Fener, punto di ritrovo al confine tra le province di Belluno e Treviso – spiega Saccon –. La prima tappa, partita sabato 30 maggio alle 3 del mattino, ha attraversato le località montane più note del Veneto: i passi Duran, Staulanza, Falzarego, Tre Croci, quindi Cortina d’Ampezzo, il lago di Misurina, le Tre Cime di Lavaredo (dove ha iniziato a nevicare ed era freddo), Auronzo di Cadore, Longarone, il lago di Santa Croce e Vittorio Veneto. L’arrivo, infine, a Portogruaro, per un totale di 380 chilometri, 17 ore e mezzi di pedalata e un dislivello di 6.000 metri”.
Una fatica che non ha tolto il sorriso ai due atleti, che nella serata di sabato hanno postato su Fb una foto delle Tre Cime di Lavaredo sotto la neve. “Tutta sta fatica per vedere due fiocchi di neve – il commento – …Prossima volta ti porto su in macchina a gennaio che fen prima”.
Niente salite nella seconda tappa. “Partenza bagnata da Portogruaro – racconta il ciclista veneto – Il tracciato era tutto pianeggiante, ma comunque faticoso a causa del vento e della continua pedalata da tenere, non avendo discesa per recuperare; prevedeva il passaggio per il lungomare di Caorle-Jesolo, passando per Venezia, Chioggia e il lungo Po, al confine con l’Emilia-Romagna. Siamo arrivati a Peschiara del Garda alle 22 di domenica 31 maggio, percorrendo 385 chilometri, ossia 14 ore di pedalata e 600 metri di dislivello”.
Da Peschiera è partita, quindi, all’alba di lunedì 1° giugno, la terza tappa. I due ciclisti veneti hanno costeggiato il lago di Garda, per poi proseguire lungo la salita di Fosse, che li ha portati ad attraversare la Lessinia. “Siamo poi passati per Recoaro Terme, Valli del Pasubio, passo Xamo e risalita ed attraversata dell’altopiano di Asiago – spiega Saccon – Poi giù a Feltre e arrivo a Fener alle 23 di lunedì. Una tappa di 310 chilometri, 16 ore e 5.500 metri di dislivello”.
Un abbraccio speciale, quello che Saccon e Muraro hanno dedicato alla loro terra. Una terra che hanno potuto vedere e vivere quasi “in solitaria”, percorrendo strade ancora semideserte a causa delle restrizioni resesi necessarie per arginare il diffondersi del coronavirus.
“Le avventure più belle sono quelle che nascono al volo – scrive Saccon sul suo profilo Fb –, da un pensiero, una frase, da un sentimento… in questa occasione quello di amore per il nostro stupendo territorio dopo questo periodo di quarantena… #iLoveVeneto. Siamo partiti con tanta carica ed entusiasmo ma sapendo che non sarebbe stato semplice. Tre giorni in bici pedalando 17 ore al giorno fra salite e pianure dove puoi contare solo sulle tue forze fisiche e mentali, con gli imprevisti e le crisi che possono sempre capitare. Emozioni e sensazioni uniche difficili da descrivere se non si provano…”. Ai social Saccon affida un desiderio: “Abbiamo cercato con qualche post e foto di farvi vivere assieme a noi questa avventura, di regalarvi qualche emozione e magari un po’ di voglia di esplorare il nostro territorio assieme alle vostre bici, che ci permettono di arrivare ovunque e di sognare”.