Cittadella. Tempo della fraternità. Tutti si sentono più coinvolti
Dà la possibilità a tutti – ragazzi, catechisti, animatori e anche ai sacerdoti – di stringere relazioni più significative e...
Da qualche anno ormai il nuovo impianto di iniziazione cristiana è entrato nelle nostre parrocchie trasformando il volto della catechesi e delle comunità cristiane. È la comunità tutta che, in forza della proposta rivolta ai più piccoli, ha dovuto ridisegnarsi. Ha provato a cercare nuove disponibilità, a valorizzare competenze, a coinvolgere adulti e famiglie. E una volta che le catechiste hanno accompagnato i ragazzi ai sacramenti, si è aperto in modo completamente nuovo il tempo della fraternità. Cosa fare? Cosa proporre di avvincente e significativo per i ragazzi di questa età?
Come comunità cristiana, a Cittadella, si è pensato di coinvolgerli chiedendo l’aiuto agli animatori, quali figure educative. Posizionandosi al loro fianco con lo stile dei fratelli maggiori, hanno la possibilità di entrare maggiormente in sintonia proponendo loro attività con uno stile più esperienziale e ludico. Si è scelto di incontrare le singole annate una volta al mese, di venerdì sera dalle 19 alle 21.30, condividendo sia una parte di incontro che la cena (e per questa si sono coinvolti dei gruppi di famiglie).
All’interno del cammino annuale poi, sono stati inseriti dei momenti di festa e di preghiera, l’appuntamento ad alcune celebrazioni, un week-end in febbraio e il camposcuola estivo in montagna.
In questo momento (è dall’anno scorso che siamo partiti) l’esperienza che stiamo vivendo ci sembra positiva perché riesce ad attivare energie, a creare legami, a trasmettere contenuti, a “far respirare” un clima di gioia e frizzantezza all’interno della comunità.
Le serate di condivisione, nella formula incontro + cena, danno la possibilità di stare insieme più tempo e di conoscersi di più. Non è banale, ma anche il week-end dà un tocco in più all’esperienza perché dà la possibilità a un ragazzo di staccare dal tempo della scuola, dello sport e delle attività quotidiane, per regalarsi alcune ore lontano da casa con gli amici e gli educatori.
Personalmente, da sacerdote, sono contento di quello che stiamo vivendo perché mi pare dia la possibilità a tutti di sentirsi più coinvolti e di stringere relazioni più significative.
Questi incontri sono un bello stimolo anche per me nel mio avvicinarmi a loro, ma anche nell’imparare a “tradurre” la preghiera e il rapporto con Gesù in un linguaggio a loro comprensibile.
don Roberto Frigo
vicario parrocchiale a Cittadella
La parola a un’animatrice. Bello far parte di questa famiglia
Finalmente sono diventata un’animatrice del Tempo della fraternità! Nata e cresciuta in patronato, non poteva esserci soddisfazione più grande che “restituire” alla parrocchia un servizio che tanto mi ha dato. Ogni incontro con i ragazzi è occasione di gioco, confronto, crescita e tanto divertimento.
Scoprire il loro cuore e contribuire alla loro formazione umana e spirituale è una responsabilità molto grande, ma allo stesso tempo ci permette di misurarci nel nostro cammino di fede. Come educatori è fondamentale trasmettere l’importanza dello stare insieme e del gruppo, che è poi uno degli obiettivi del Tempo della fraternità.
Vogliamo trasmettere l’idea che l’amore fraterno non deve essere presente solamente durante gli incontri e le feste in Patronato, ma la vita dei nostri ragazzi deve esserne impregnata.
Personalmente, uno degli aspetti più belli dell’essere animatore ritengo sia il rapporto con i propri animati: loro non ci vedono solo come educatori, ma anche come qualcuno a cui possono confidare segreti e paure senza il timore di essere giudicati e con la certezza di ricevere un buon consiglio e aiuto. Di certo non è un servizio facile: i ragazzi sono tanti e pieni di energie, le attività devono essere organizzate e trovare il tempo è davvero difficile, soprattutto per chi studia e lavora.
Nonostante le difficoltà, però, per noi è un piacere far parte di questa grande famiglia e sentirci davvero importanti e utili.
Benedetta Villano
La parola ai ragazzi. S’impara sempre qualcosa di nuovo
Per Andrea, al suo primo anno, l’esperienza del Tempo della fraternità è tutta nuova: «Mi piace poter stare con i miei amici anche durante l’anno e approfondire le amicizie che sono iniziate al campo». Ed è proprio il camposcuola vissuto quest’estate a essere uno tra i suoi ricordi preferiti: «Si gioca, si mangia insieme, si prega, si balla, si condivide tanto, e si conoscono persone nuove che poi entrano nel nostro gruppo».
Lorenzo invece, che è di terza media, ripensa alla totalità dell’esperienza e ci dice: «Questa esperienza di fraternità mi ha arricchito molto, perché oltre al solito gioco ho avuto l’opportunità di riflettere. Mi piace che il momento di riflessione, insieme all’attività, mi insegni qualcosa di nuovo, che mi può servire per la vita di tutti i giorni. Un’altra cosa che mi piace molto è la cena, in cui abbiamo più tempo per parlare tra di noi e discutere su quello che abbiamo appena fatto. Questo è anche un modo per stare insieme a amici che non vediamo spesso e che non avremmo la possibilità di vedere in altri momenti».
Nasce spontanea anche una domanda sugli animatori e sul rapporto che riescono a vivere con loro. Lorenzo dice: «Apprezzo molto quello che fanno, perché si impegnano senza ricevere niente in cambio, fanno del bene a tutta la comunità». Andrea aggiunge: «Sono bravi perché scherzano nei momenti di gioco, però sono anche seri, poi sono “attuali” (ride)! Non sono né nostri coetanei, né troppo adulti, e possiamo confrontarci e fare riferimento a loro perché non sono troppo distanti da noi» spiega meglio Lorenzo.
Sia Andrea che Lorenzo confidano che vorrebbero fare gli animatori in futuro, perché sembra loro bello poter dare ad altri ragazzi quello che in questo momento stanno ricevendo.