Bethesda, il sogno è realtà: domenica 14 l’inaugurazione della Casa della misericordia
Domenica 14 ottobre a Padova festa di inaugurazione della comunità Bethesda presso il casolare in via Adige 35 (quartiere Sacro Cuore). Alle 15 la messa celebrata da monsignor Paolo Bizzeti (vicario apostolico dell’Anatolia in Turchia) e a seguire un momento conviviale durante il quale sarà possibile visitare il casolare e conoscere le quattro famiglie da settembre hanno dato vita alla comunità Bethesda.
Un sogno nato nell’estate del 2014 nel gruppo Famiglie oltre dell’Antonianum di Padova grazie all’incontro con padre Paolo Bizzeti che in Italia aveva avviato altre comunità di famiglie.
Un’occasione per vivere insieme l’inizio di un nuovo cammino. È questo il senso del momento di preghiera e di condivisione in programma domenica 14 ottobre a Padova presso il casolare in via Adige 35 (quartiere Sacro Cuore), dove quattro famiglie da settembre hanno dato vita alla comunità Bethesda. Un sogno nato nell’estate del 2014 nel gruppo "Famiglie oltre" dell’Antonianum di Padova, grazie all’incontro con padre Paolo Bizzeti (oggi vicario apostolico dell’Anatolia in Turchia) che in Italia aveva avviato altre comunità di famiglie.
La festa di inaugurazione inizia alle 15 con la messa celebrata proprio da mons. Bizzeti e prosegue con un momento conviviale durante il quale sarà possibile conoscere le famiglie e visitare il casolare.
Molte realtà del territorio sono state coinvolte nell’organizzazione dell’evento: dagli scout, che animano lo spazio per i bambini, alle parrocchie, che hanno messo a disposizione panche e tavoli, fino ai volontari della sagra del Sacro Cuore, che preparano il rinfresco. «Vogliamo che sia un momento di festa aperto a tutti perché noi siamo sì cristiani nella chiesa di Padova ma anche cittadini – spiegano le famiglie di Bethesda – Per questo abbiamo invitato i rappresentanti della Diocesi, della Caritas e dell’amministrazione comunale; la comunità dei padri gesuiti dell’Antonianum, i numerosi sostenitori del progetto e tutte le persone che vogliono conoscere la nostra comunità».
Oggi nel casolare, dopo un restauro accurato delle preesistenze e la costruzione di due nuovi volumi, trovano posto le quattro abitazioni delle famiglie; un appartamento che, grazie a un accordo con la Caritas, ospiterà chi vive in situazione di povertà ed emarginazione; uno spazio polivalente a disposizione della comunità e una cappella.
«Lo abbiamo scelto – raccontano – perché la prima volta che lo abbiamo visto siamo stati colpiti dal portico formato da cinque archi, proprio come quello della piscina di Bethesda descritta nel Vangelo di Giovanni (5,1) dove si racconta dell’ingresso di Gesù a Gerusalemme».
Il numero cinque ricorre spesso nella storia di questa comunità. Sono cinque gli spazi principali del casolare (quattro appartamenti più la sala polivalente); cinque le piccole pietre delle piscine di Bethesda che sono state donate alla comunità e incastonate in altrettanti muri del casolare e, infine, sono cinque gli obiettivi che queste famiglie si prefiggono: la fraternità, l’ascolto della Parola, l’accoglienza, il servizio alla Chiesa di Padova e la misericordia intesa come riconoscimento dei propri e degli altrui limiti per imparare a volersi bene. «La sfida futura – concludono – è stare insieme rispettando l’identità di ogni singola famiglia e costruire un mondo basato sulla fraternità».