Azione Cattolica. Spiritualità, un dono per il quotidiano
Mai pensato di regalarsi spiritualità? Non solo in questo preciso momento dell’anno, certo. E non solo con proposte forti ed estemporanee, pur importanti...
Mai pensato al Natale come occasione per regalarsi spiritualità? Certo, non si può “infilarla” in un pacco, ma soprattutto non si può pensare che sia un regalo mordi e fuggi. La spiritualità è questione che riguarda il quotidiano. Ben vengano le esperienze forti, che poi però vanno coniugate con le relazioni, la famiglia, lo studio, il lavoro, la parrocchia... È lì che la spiritualità si incarna.
All’“origine” della spiritualità
«Credo di aver fatto la prima esperienza di spiritualità, o meglio di essere stata consapevole di ciò che stavo vivendo, durante un incontro organizzato dal Movimento studenti di Ac. La cosa che ricordo come nuova e arricchente è che ho potuto condividere alcune riflessioni in gruppo, dopo un momento di deserto». A parlare è Liliana Stefani, membro della commissione spiritualità del settore adulti dell’Ac di Padova. «Ascoltare le parole degli altri mi ha aiutato a cominciare a prendere le misure della mia vita interiore e resto ancora convinta che qualsiasi esperienza di spiritualità (ritiro, esercizio, lectio, preghiera), come tutti i percorsi della vita, pur salvaguardando gli spazi personali, abbia bisogno di qualche momento di confronto (con un gruppo? Con una persona in particolare?)».
Per Sara Noventa – che fa parte dell’equipe di “Facciamo una tenda”, percorso biblico proposto dall’Ac ai giovani – la spiritualità «è legata alla preghiera quotidiana. Ricordo quando, da piccola, “dicevo le preghiere” con mio papà ogni sera. È stato lui che, quando c’era da decidere il nome di mia sorella e anche per lei i miei genitori ne desideravano uno di “donna della Bibbia”, come il mio, ha letto con me le Scritture – a mia misura, naturalmente – e insieme abbiamo cercato il nome per mia sorella».
Perché prendersi cura della propria spiritualità?
«Perché vuol dire prendersi cura di se stessi – sottolinea Sara, 24 anni, della parrocchia di Voltabarozzo – Come si va in palestra per avere un corpo tonico o si allena la propria mente con lo studio, la lettura… altrettanto dovremmo fare per la nostra vita interiore, perché ci fa stare bene».
«Diventando grande – racconta Liliana, 53 anni, di San Gregorio Magno – la spiritualità è diventata una dimensione sempre più “diffusa”, ancora certamente cercata e trovata in momenti precisi, ma non solo. Ultimamente cammino e ascolto in loop una o due delle canzoni che più mi piacciono tra quelle imparate con il coretto parrocchiale».
La spiritualità “secondo” l’Ac
«Il percorso per giovani “Facciamo una tenda” – sottolinea Sara – è certamente un’occasione di approfondimento della Scrittura con l’aiuto di voci esperte, ma soprattutto un’opportunità per ricevere strumenti che, nel quotidiano, permettano di entrare in autonomia nelle Scritture, leggerle e comprenderle».
Per gli adulti, non solo quelli di Ac, la commissione spiritualità organizza due appuntamenti annuali di preghiera, riflessione, silenzio, condivisione. «La proposta da qualche anno è pensata e realizzata in collaborazione con i vicariati di una certa zona della Diocesi, così da poter incontrare le persone nel loro territorio e facilitare la partecipazione – spiega Liliana – Il suo punto di forza è che parte sempre dalla vita e non si rivolge all’adulto in virtù di un ruolo o di uno condizione di vita (genitore, lavoratore, educatore, single o sposato), ma cerca di tenere unite tutte le dimensioni della persona. Accanto alla proposta per gli adulti, c’è n’è sempre una, parallela e collegata, anche per i bambini e ragazzi eventualmente presenti».
Regalarsi spiritualità...
«La spiritualità, per un adulto, è il luogo/tempo nel quale fare sintesi delle proprie esperienze di vita, recuperando il senso delle scelte e delle opere e lasciandosi incontrare da Gesù – conclude Liliana – Proprio per questo credo che decidere di fermarsi e accogliere una proposta di spiritualità sia una grande regalo che ci si fa. Anche senza aspettarsi di provare chissà quali emozioni o di venire folgorati da chissà quali rivelazioni...». «Le proposte ad hoc – conclude Sara – sono importanti, ma serve allenare ogni giorno la propria vita interiore».