Alunni disabili, "senza servizi e tutele inclusione solo sulla carta"
Focus di Openpolis - Con i bambini. Dalle barriere architettoniche ai percorsi didattici personalizzati: “Strada ancora lunga perché le scuole italiane diventino completamente accessibili”. Superano i 272 mila gli alunni con diritto al sostegno
ROMA - Barriere architettoniche, docenti di sostegno e assistenti all’autonomia, percorsi didattici personalizzati: servizi e tutele necessari, senza i quali “l’inclusione del minore con disabilità rischia di restare solo sulla carta”. Lo ricorda il Focus “L’inclusione degli alunni con disabilità nelle scuole” di Openpolis - Con i bambini, che elabora gli ultimi dati diffusi da Istat dedicati proprio a questo tema. Sono 272.167 gli alunni con diritto al sostegno che frequentano la scuola, da quella d’infanzia alle superiori. “Bambini e ragazzi – ricordano gli osservatori - che, proprio come i coetanei, hanno diritto a frequentare la scuola e a partecipare alle attività degli altri alunni”.
I dati. Sono bambini e ragazzi con una disabilità certificata, in base alla legge 104 del 1992, che dà diritto al sostegno: sono il 3,1% degli alunni che frequentano le scuole italiane. Più frequente la disabilità intellettiva, mentre l'11% degli alunni con sostegno ha una disabilità motoria. La metà degli studenti con sostegno presenta più di una disabilità o disturbo: in particolare gli alunni con disabilità intellettiva nel 61% dei casi hanno anche altri problemi di salute. Negli ultimi 30 anni è cresciuta la quota di alunni la cui disabilità è stata certificata. Dati che "chiamano quindi in causa la capacità del sistema educativo di saper includere".
Insegnanti di sostegno e assistenti all'autonomia. A queste due figure è affidato il percorso educativo e di formazione degli alunni con disabilità: i primi vengono assegnati alla classe dell'alunno disabile e, insieme agli altri insegnanti, elaborano la programmazione didattica per l'allievo e per la classe. “Sono il fulcro del percorso di inclusione”, ricorda il Focus, perciò la legge prescrive che non si possa scendere sotto la quota di almeno un insegnante di sostegno ogni due alunni disabili. Gli assistenti all'autonomia e alla comunicazione coadiuvano l'attività dell'insegnante di sostegno, in particolare nelle relazioni tra il bambino e i compagni di classe e nella partecipazione alle attività della scuola; questo servizio è generalmente finanziato dagli enti locali.
Il rapporto di 2 alunni per insegnante viene rispettato in quasi tutte le regioni italiane. L’Istat sottolinea però come gli insegnanti effettivamente specializzati per il sostegno siano poco meno di due terzi del totale. “Ciò pone un tema di formazione ineludibile, che varia molto tra le diverse regioni. – si legge - Le carenze maggiori di insegnanti specializzati si rilevano nelle regioni del nord, mentre il fenomeno è più contenuto nel mezzogiorno”.
La presenza di insegnanti di sostegno è relativamente più diffusa nelle regioni del sud (ad esempio in Molise, 1 ogni 1,1 alunni). Questa tendenza, come suggeriscono i ricercatori di Istat, potrebbe essere dettata anche dalla necessità di supplire al minor numero di assistenti. "Nel complesso sembra verificarsi un fenomeno compensativo: dove persiste una carenza di figure a supporto degli alunni offerte dagli enti locali, come nel caso del Mezzogiorno, le scuole sopperiscono con un maggior numero di insegnanti per il sostegno".
Le barriere architettoniche a scuola. Le prime che vengono in mente sono quelle di tipo fisico, come l'assenza di impianti a norma (ad esempio ascensori, bagni e scale), ma vanno considerate anche barriere di tipo sensoriale e percettivo, che per alcuni tipi di disabilità (cecità, sordità) sono altrettanto impattanti. I dati più recenti rilasciati da Istat mostrano come solo un terzo delle scuole risulti completamente accessibile dal punto di vista fisico-strutturale (Istat definisce così "solo le scuole che possiedono tutte le caratteristiche a norma come ascensori, bagni, porte, scale, e che dispongono, nel caso sia necessario, di rampe esterne e/o servoscala). La quota di scuole accessibili dal punto di vista sensoriale è più bassa (17,5%). Questi dati si distribuiscono in modo disomogeneo tra i diversi territori italiani. La Valle d’Aosta è la regione con meno barriere fisiche, in fondo alla classifica Campania e Molise, che si attestano sul 22% di edifici scolastici accessibili. Rispetto alle barriere sensoriali, a fronte di una media del 17,5%, il territorio con le scuole più accessibili è la provincia autonoma di Bolzano (38,4%), mentre meno di una scuola calabrese su 10 (8,5%) possiede almeno un facilitatore sensoriale.
“Questi dati mostrano che la strada è ancora lunga – commentano gli osservatori - perché le scuole italiane diventino completamente accessibili. Ma la normativa italiana è molto chiara nel tracciare la direzione di marcia da seguire: tutti gli edifici scolastici devono consentire l'accesso e l'utilizzo pieno agli alunni con disabilità”. Negli ultimi anni, la presenza delle barriere percettive non è mutata in modo sensibile, mentre ci sono stati dei miglioramenti sulle barriere fisiche. Nell'anno scolastico 2013/14 le scuole elementari e medie accessibili dal punto di vista fisico erano meno del 14% del totale. Da allora c'è stato un incremento di quasi 20 punti percentuali, anche se ancora solo una su 3 risulta pienamente accessibile. Gli aumenti più consistenti si sono registrati in Valle d'Aosta (+43,2 punti), nella provincia autonoma di Trento (+25,3) e in Emilia Romagna (+24,3). Miglioramenti significativi, ma che mostrano come ci sia ancora molto da fare per assicurare l'accesso in tutte le scuole del paese.